Mister Geox: la creatività è la nostra grande dote, ma non sfruttiamo le idee

Eccolo lì sul palco, orgoglioso di parlare della sua storia di imprenditore di successo per dare un esempio, e una speranza, ai giovani. Mister Geox, al secolo Mario Moretti Polegato, trevigiano, è la figura individuata dall’Alfabeto del futuro, l’evento organizzato dalla Gazzetta di Mantova e da La Stampa di Torino, per spiegare che cosa significhi crescere nel tessile e nella moda, settori chiave dell’economia mantovana dove la creatività è tutto. Polegato è una delle massime espressioni di come si possa creare dal nulla un impero partendo da un’idea.

Ad intervistarlo, in una sala degli arcieri di palazzo Ducale da tutto esaurito (e davanti ad un pubblico particolarmente attento), è il direttore de La Stampa, Massimo Giannini. «Un uomo di grandi visioni e idee» lo definisce il giornalista che gli chiede subito come veda la situazione economica in un’Europa alle prese con la guerra in Ucraina e la fine della globalizzazione che ha compattato grandi paesi contro tutto ciò che è occidente. Una domanda impegnativa a cui l’imprenditore risponde con un augurio: «Vorrei che nel nostro paese nascessero tanti casi come Geox». Dal pubblico, si alza una voce femminile di contestazione: «Così vendono più scarpe». Mister Geox risponde pronto che non è qui per vendere scarpe e la protesta rientra. Dopo questa movimentata parentesi, comincia a parlare della grande dote che posseggono gli imprenditori italiani: la creatività, «però – aggiunge – potevamo sfruttare meglio le nostre idee». E spiega: «Tanti rimangono artigiani, poche sono le multinazionali che nascono qui, e oggi non c’è spazio per un piccolo imprenditore per entrare nel mercato. Ci manca la capacità di gestire il lavoro – fa autocritica – e dobbiamo sapere che cosa vuol dire innovare».

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Giannini lo invita a spiegarlo: «Innovare significa mettere insieme tre aspetti. Creare o modificare qualcosa: io, per esempio, ho trovato una soluzione per la traspirazione delle scarpe. Però, se non brevettiamo la nostra idea siamo esposti alla contraffazione. Poi c’è la sperimentazione, per la quale servono soldi e collaborazione con università e centri di ricerca».

E insiste: «Abbiamo la risorsa più grande del mondo, la creatività, che però non sappiamo sfruttare: si dovrebbe studiare a scuola. La mia esperienza serve a dare uno stimolo ai ragazzi». Racconta come ha iniziato: «Ho fatto un buco alla suola di gomma per far respirare i piedi. Ho brevettato quanto realizzato e poi ho cercato di vendere il progetto ma non ho trovato nessuno. A Montebelluna ho trovato cinque ragazzi, ho trasferito loro il mio entusiasmo, e ci siamo messi insieme. Adesso il gruppo Geox ha 30mila persone, siamo presenti in 110 paesi con 700 negozi e un brand globale. Il creare attraverso il pensiero ci ha dato l’unicità».

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Giannini ne ammira la passione e ricorda che «l’Italia è un paese che presenta tanti ostacoli per la cultura di impresa, come la burocrazia e il gap infrastrutturale. E manca pure una politica industriale». «Il problema è culturale – osserva Polegato – e la responsabilità è della scuola. Alla Silicon Valley vedo ragazzi di tutto il mondo che sognano di diventare Bill Gates, si mettono insieme, cercano idee per brevettarle e venderle sul mercato. Dobbiamo spingere il governo, di qualunque colore sia, a rendersi conto del problema. E non è che gli altri paesi siano migliori di noi, sono solo più organizzati». E aggiunge: «Tutti gli imprenditori vogliono crescere, ma nella nuova economia i piccoli, il 95% delle imprese, per crescere devono consorziarsi tra di loro, ma non alla vecchia maniera promossa dallo Stato». Lui, proveniente da una famiglia che produceva vino, cita il caso del Prosecco: «I produttori hanno fatto da soli disciplinari molto stretti sulla qualità e si sono consorziati. Oggi grazie a questa strategia il Prosecco è il vino più esportato al mondo».

Giannini tocca il problema del Pnrr, «un grande treno che passa», su cui l’Italia è in ritardo: «Non utilizzare quei fondi sarebbe irresponsabile, così come cullarci sui dati confortanti del Pil e della produzione industriale che ci vedono crescere di più di Francia e Germania». «La cosa più preoccupante – constata Polegato – è che parte di quel denaro invece di essere usato per creatività e innovazione va in un’altra direzione». L’ultimo argomento affrontato è l’intelligenza artificiale. Dice mister Geox: «Ho ascoltato Bill Gates dire che la prima azienda che riuscirà a concretizzare l’intelligenza artificiale metterà ko tutte le altre. L’intelligenza artificiale ci aprirà il mondo e ci darà risposte immediate, avremo una rivoluzione copernicana. Questo fa anche paura; però, i computer non hanno la mia creatività e la mia intelligenza. Ma l’intelligenza artificiale farà bene alla medicina, ci aiuterà a scoprire nuovi farmaci e, quindi, a stare meglio». «Speriamo – chiude ironico il direttore – perché poi chiami l’Asl e ti dà l’appuntamento tra sei mesi».