Debenedetti, il pupillo di Caridi: «A Mantova posso crescere e imparare»
A volte la vita è fatta di incroci imprevedibili che possono dare una svolta al tuo futuro. Alessandro Debenedetti, 20 anni tra un mese, era cresciuto nelle giovanili della Sampdoria ma a un certo punto sembrava avesse già preso la decisione di giocare solo per divertirsi. Così un paio di anni fa accettò di andare nella squadra del suo paese, Finale Ligure, militante in Eccellenza.
Il suo allenatore vedendo anche la fisicità decise di portarlo subito tra i grandi trasformandolo da centrocampista ad attaccante. Fu notato dagli osservatori del Genoa che lo portarono in Primavera 2 dove sotto la cura iniziale di Gilardino e Tano Caridi realizzò 20 reti tra campionato, vinto, e Coppa Italia.
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Tanto che il club ligure lo ha ceduto solo in prestito al Mantova, volendo evidentemente tenerlo d’occhio: «Non so se Caridi abbia messo una buona parola sul mio conto – sorride Debenedetti – di certo disputammo una grande stagione conclusa con la promozione in Primavera 1. E sono altrettanto contento del percorso che hanno fatto poi lui e mister Gilardino in prima squadra approdando in serie A».
Fisico possente (1.90 di altezza), l’ex Genoa è la classica prima punta e in queste prime amichevoli in ritiro è già andato a segno tre volte: «Credo che le mie caratteristiche principali siano il colpo di testa ed andare incontro alla palla per scaricarla - prosegue - anche se al mister piace che tutti giochino la palla ed il mio passato da centrocampista in questo senso mi favorisce. Possanzini è stato un grande attaccante e spesso mi consiglia, con il tempo avremo modo di conoscerci tutti molto meglio».
Debenedetti ammette che i primi giorni di ritiro non sono stati facilissimi: «Soltanto perché eravamo tutti nuovi e avevamo bisogno di relazionarci sempre di più - precisa - . Ma ogni giorno che passa noto che aumenta l’entusiasmo e la squadra a poco a poco sta diventando un gruppo vero. Ho compagni di reparto bravi ed esperti come Monachello e Mensah che mi aiutano in campo e fuori. Cosa mi aspetto da questa stagione? Di crescere a livello personale lavorando il 100% in allenamento per poi avere l’opportunità di metterlo in pratica in partita, ritagliandomi uno spazio. Dobbiamo cavalcare questo clima positivo che ci circonda per fare un buon campionato».