Mantova, assembramenti e rischio vandalismi: bagni chiusi a scuola nella ricreazione
Accesso vietato per gli studenti ai bagni della scuola durante la ricreazione. Il loro utilizzo è consentito solo «durante le ore di lezione e al cambio dell’ora». Per ragazze e ragazzi del liceo d’Este, l’anno scolastico è iniziato con questa “novità” nel comportamento da tenersi durante la tradizionale pausa (che diventano due quando le lezioni finiscono alle 14) di metà mattinata.
A comunicarlo è una circolare pubblicata il 19 settembre, che però non spiega il motivo di questo provvedimento, già scattato durante la pandemia per evitare assembramenti e ridurre le probabilità di contagio. Le ragioni di questa misura, oggi, sono diverse. In un primo momento il preside Giancarlo Gobbi Frattini si limita a dire che «nella nostra scuola gli studenti possono accedere ai bagni ogni volta che ne hanno bisogno: ovviamente».
Gli ribattiamo che in realtà possono andarci in ogni momento tranne che durante la ricreazione. «Vogliamo evitare assembramenti nei bagni – risponde – la sorveglianza non manca, ma meglio evitare che tutti ci vadano in quel breve periodo di tempo». Non c’è dubbio che la vigilanza del bagno sia una questione più complicata di quanto si possa immaginare. I bagni sono spazi che in ogni scuola rappresentano non solo un servizio essenziale ma anche un ambiente dove svolgere attività non proprio in linea con i regolamenti scolastici: ad esempio per fumare di nascosto. Il D’Este non è certo l’unico istituto ad aver posto limiti di accesso nel corso della ricreazione: al Bonomi Mazzolari Vinci questa regola è in vigore da alcuni anni.
I bagni sono anche il posto dove, nelle scuole in generale (e non solo alle superiori), si possono verificare episodi di bullismo o di vandalismo. I danni provocati agli arredi e agli utensili dei servizi igienici non sono una novità. Addirittura lo scorso anno si era diffusa anche a Mantova l’assurda challenge (sfida) lanciata originariamente negli Usa su Tik-Tok di fare un danno all’arredo dei bagni, filmare il tutto e postarlo sul social. Diverse scuole hanno subito dei danni. La situazione rischiava di pesare in modo significativo sulla voce manutenzione del bilancio della Provincia (ente a cui spetta la gestione delle scuole superiori e proprietaria degli edifici che le ospitano), tanto che da Palazzo di Bagno, nei mesi scorsi, era partita una lettera per invitare gli istituti a prestare maggior attenzione al modo in cui qualche studente (un piccolo numero, in realtà) trattava l’arredo: porte rotte, rubinetti resi inutilizzabili e via dicendo. Tempo prima la Provincia era arrivata persino a minacciare di non riparare più gli arredi danneggiati di continuo e volontariamente.