Piace il carrello anti-inflazione: «Ma i prodotti sono nascosti»
Sconto del 10% tutte le domeniche, sconti su prodotti del 30, 40 e anche del 50% sul secondo pezzo, punti raddoppiati delle card acquistando una serie di articoli. Gli scaffali dei supermercati sono un patchwork di cartellini. E tutti servono a dire al cliente che il caro-spesa si può anche aggirare. L'ultima a spuntare tra le corsie è l'icona del carrello tricolore, la mossa anti-inflazione del Governo scattata il primo ottobre e in vigore fino a fine d'anno. La grande distribuzione ha aderito. E i clienti come reagiscono? In molti modi. Anche se nei supermercati più grandi i segna-sconti non godono di molta visibilità: i prodotti del carrello tricolore sono spesso i più economici tra quelli col marchio di casa. E sono quasi sempre posizionati nelle scansie più basse.
«Difficili da notare e da leggere» osserva una cliente di uno di questi spazi commerciali in città. Al terzo giorno dal debutto tra le corsie c'è chi mette nel cestino prodotti in promozione, compra i fiori da portare a casa e poi si stupisce. «Il carrello tricolore? Non ne sapevo nulla" dice Andrea, 50 anni, residente in centro. Bernardetta, classe 1954, cerca invece prodotti bio e non pare interessata all'iniziativa del trimestre antinflazione. Sale, insalata, affettati, olive, pasta, tè... Più si cerca tra gli scaffali e più si notano le nuove targhette e il simbolo del carrello tricolore diventa familiare. In maggioranza promettono il fermo prezzi per tutto il trimestre ma la mancanza di sconti evidenti suscita qualche perplessità. «Sì, è interessante ma spero che si tratti veramente di quello che dicono e che vada avanti per più tempo» dice Giada, ventinove anni, che abita nel Casalasco. E mentre fa la spesa in città spiega che lavora a sua volta in un supermercato. «Questa iniziativa non compensa gli aumenti che ci sono stati, anche sui beni di prima necessità – spiega – lo dico perché con il mio lavoro mi accorgo che sono molte più che in passato le persone che lasciano la spesa alla cassa o chiedono un reso anche per importi davvero piccoli, anche solo dieci centesimi a volte fanno la differenza».
I punti vendita di catene più piccole optano per cartoncini autoprodotti di un diverso colore, con la scritta «questo articolo aderisce al carrello tricolore». Ma in questo caso la merce è anche quella di marche note dei generi più diversi. Yogurt, uova, biscotti, caffè, gallette, vino, pannolini e carta igienica, detersivo per i piatti ... Gli articoli con la promessa di blocco dei prezzi sono davvero molti.
«La necessità di aiutare il consumatore c'è ed è evidente, i prezzi sono aumentati e per questo tre mesi non aiutano molto – afferma Daniela, sessantasette anni, in giro tra le corsie con il marito – i politici difendono le loro cose, dicono il contrario, che la spesa negli ultimi mesi non è aumentata ma questo significa che loro la spesa non la fanno mai».
Fuori città uno dei colossi della grande distribuzione blocca il costo su mille prodotti a marchio. «Ma non c'è l'olio extravergine – nota subito Maria Cristina che vive a Piadena e che ha appena scelto un cespo di insalata targata con il tricolore – eppure è un alimento di prima necessità... L'iniziativa è buona se davvero si mantiene la parola. Per adesso per i miei acquisti cerco i prodotti contrassegnati così».