Il Mincio è un malato grave: tutti al tavolo per guarirlo
Il Mincio e la zona umida delle Valli non sono in buona salute. Il "Tavolo del Mincio", presentato ieri mattina, si prefigge di salvare il fiume che quello che viene definito «un progressivo e rapido degrado». A formarlo è un mix di 26 associazioni del territorio che su questo tema si prefiggono di confrontarsi con le istituzioni: «L'ambiente è un bene comune e il nostro ambiente fluviale è in grave pericolo. Occorre ristabilire le giuste priorità d'intervento».
Queste le parole di Andrea Fiozzi, portavoce del tavolo, presidente di Parcobaleno e protagonista di precedenti azioni di cittadinanza attiva per l'ambiente e già presidente dell'ente Parco. «Il tavolo è un nuovo soggetto di dialogo e collaborazione e la spinta – spiega – è derivata dagli esiti di uno studio dell'università di Parma, commissionato dall'ente Parco, dal quale risulta che la qualità delle acque sta trasformando in modo irreversibile il valore ambientale del bacino del fiume e in particolare l'area umida delle Valli. Una tendenza al degrado che era già nota da anni, tanto nel 2016 il Parco varò lo strumento del Contratto di fiume».
Sul maxi piano di concertazione delle azioni di tutela delle acque il giudizio che emerge è questo: «Prevede azioni fondamentali – prosegue Fiozzi – che sono state realizzate in minima parte e quasi mai finalizzate a un aumento del capitale naturale e senza efficacia sulle cause del degrado». Si preannuncia un calendario di incontri e iniziative che le associazioni stanno predisponendo, per aumentare la consapevolezza sullo stato del fiume. Gilberto Venturini di Slow food sintetizza: «La novità è questo tavolo: un nuovo soggetto che rappresenta migliaia di cittadini che vogliono dire la loro. Oggi il fiume è governato dalla politica ed è utilizzato da forze economiche».
La lista delle associazioni aderenti è lunga, oltre a quelle già citate ci sono le sezioni mantovane di: Isde medici per l'ambiente, Rete per il Paiolo,Gruppo naturalistico, Friday's for future, Wwf, Fiab, Scout Cngei, Lav, Arci, e, ancora, Comunità Laudato Sì, Labter Crea, la Boje, Luna nel pozzo di Pozzolo, Amici del Mincio di Rivalta, Goito on line, Pro loco Roncoferraro e Rivalta, Gruppo caoistico rivaltese, Git Banca etica, Comitato salute e ambiente di Piubega, Associazione Noi Ambiente e salute, Il Pianeta divorato, Cooperativa della perdizione. Sul tavolo c'è anche il tema del depuratore del Garda. Gianluca Bordiga della Federazione del Chiese interviene e parla di univoci punti di contatto tra Chiese e Mincio, invocando la necessità di ribaltare i progetti esistenti.
«Meglio unirsi e affrontare una realtà globale che fare una battaglia tra poveri – spiega Fiozzi al termine dell'incontro – Siamo contro l'idea di depuratori centralizzati, meglio che ogni comune del Garda si faccia il suo e diriga le acque a bacini di decantazione per l'irrigazione». Nella cartella per la stampa c'è la mappa delle criticità del fiume. Coordinare azioni con la Comunità del Garda, allacciare rapporti con Peschiera, ridurre gli effetti inquinanti del depuratore, una strategia di rinascita per le valli e altri ancora. Come? «Gli enti sono i nostri interlocutori, sono molto importanti, sono loro che realizzano i progetti» conclude Mariagrazia Coffetti che, con Fiozzi, è referente del nuovo tavolo.