Chi vive o lavora in corso Libertà a Mantova: «Noi ostaggio dei ragazzini tra spaccio e scazzottate»
Arrivano dopo l’uscita di scuola e poi verso le 5 del pomeriggio. Bisticciano, fino ad arrivare ai cazzotti (l’ultima scazzottata venerdì 6 ottobre), per un nonnulla, sfrecciano sotto i portici con le biciclette e i monopattini elettrici, giocano al pallone con qualsiasi cosa capiti loro sotto tiro, rollano e fumano, alcuni di loro spacciano pure. Sono giovani, giovanissimi. 16, 17 anni al massimo. E della gioventù hanno la sfrontatezza: «Chiamate pure la polizia, tanto sono minorenne e non possono farmi niente» si sente dire chi alza la voce per la loro intemperanza.
Benvenuti in corso Libertà. Dove, da tempo, chi abita qui o chi qui gestisce un’attività, ha ingaggiato una lotta impari contro gruppi di ragazzini, una ventina ogni volta. Baby gang? Eccessivo, ma gli episodi di attrito non si contano ed esasperano gli animi. In galleria Ferri, con i suoi portici, l’ingresso malconcio alla vecchia sala giochi e i negozi sfitti, la pazienza sta per finire.
«Ho preso in gestione il bar nel 2018 - racconta Pasquale, il titolare del Caffè degli Archi - Da allora ho scritto più volte al sindaco e ho fatto almeno cinque denunce alle forze dell’ordine. Ma adesso sono stanco». Racconta anche, Pasquale, che è capitato che un ragazzo consumasse e poi se ne andasse via senza pagare. Alla richiesta di saldare il conto, gli ha aizzato contro il cane, che poi l’ha morso.
«Dopo le 7 di sera - continua - qui c’è il coprifuoco. E al sabato pomeriggio ho deciso di non aprire più il locale, perché è ingovernabile. C’è una ventina di ragazzi che ne combina di tutti i colori. Il lavoro non mancherebbe, ma è un’ansia continua». Tra le 13 e le 14, quando i ragazzi escono da scuola, i portici della galleria diventano il loro rifugio mentre aspettano l’autobus che li porta a casa. Più tardi, dalle 17 in poi, si ritrovano qui per stare insieme. «Dopo la scuola, per un’ora mezza non sanno cosa fare - racconta il portiere del condominio Sant’Andrea - e noi siamo tartassati. Si siedono sui gradini dei palazzi e chi chiede loro di alzarsi per entrare in casa viene sistematicamente insultato». Dalla maleducazione a qualcosa di peggio: più di un inquilino si è sentito offrire della droga. Diversi, tra le voci raccolte, parlano di uso di droga davanti agli occhi di tutti e di spaccio. Userebbero le saracinesche delle vetrine del Tigotà o la scala in disuso della vecchia sala giochi, nascosta da una balaustra arrugginita, per depositare la droga. Se è vero, chi li rifornisce? «E si prendono a botte un giorno sì e uno no - continua il portiere - Abbiamo fatto installare delle telecamere, a nostre spese, per scoraggiarli».
C’è, poi, la sporcizia. La mancanza di decoro che tiene lontano i clienti. Spazzatura abbandonata nonostante i cestini e persone addormentate per terra, giorno e notte. «Quando se ne vanno sembra che qualcuno abbia fatto un picnic - raccontano le titolari dell’edicola - E al mattino, quando arriviamo alle 6.15 per aprire, troviamo di tutto: bevande versate, spazzatura, vomito». I pochi negozianti rimasti sono preoccupati per la loro attività. «Il rischio è che la clientela si allontani - racconta una commerciante - Ci sono maleducati, ragazzini stranieri e non solo, che bivaccano da mattina a sera, sporcano e si picchiano. Mi chiedo dove siano le loro famiglie. Dalle 5 è un disastro. Due ore in cui combinano di tutto, tra il degrado e l’indifferenza. Ma le forze dell’ordine devono sempre aspettare le nostre chiamate?».
Ragazzini allo sbando, non delinquenti pericolosi. Ma c’è chi ha paura, come gli anziani spaventati dai toni sbruffoni e dalle virate sui monopattini elettrici, o come i ragazzi, poco più grandi di loro, che lavorano al caffè Borsa o nella “poke house” vicina. Paura quando escono tardi dal lavoro o quando se li ritrovano al bancone. Marco Antoniazzi, il pasticciere imprenditore che in corso Libertà non smette mai di investire, spegne la polemica ma non minimizza: «La situazione non è grave, ma è molto fastidiosa, perché allontana le persone. Il problema è sotto gli occhi di tutti e si acuisce in due fasce orarie: dalle 13 alle 15, dopo l’uscita da scuola, e la sera, dalle 17 in poi».
Per Antoniazzi, quest’area dovrebbe essere presidiata di più da tutte le forze dell’ordine, nessuna esclusa. «Non vedo differenza di importanza tra i residenti di piazza Martiri e chi abita o ha un’attività qui, tra galleria Ferri e piazza Ottantesimo Fanteria. La piazza, così com’è stata sistemata, è bellissima. Non manca niente. In fondo, anche questo è il centro di Mantova: servirebbe soltanto, per la tranquillità delle persone, un po’ d’attenzione in più. E non soltanto quando c’è qualche problema: in questo caso, va detto, accorrono subito. Ma sono fiducioso: una soluzione arriverà». Tra i problemi, l’imprenditore solleva anche quello della vendita di alcolici a basso costo al supermercato vicino: «È come vendere droga. Ci sono persone, sempre le stesse, che si ubriacano e poi vagano in piazza Cavallotti, davanti alla rotatoria del teatro Sociale».