Il mostro di cemento di Colle Aperto giù dopo trent’anni: la gente applaude
Giovedì il primo morso: la pinza della benna sputa acqua e addenta cemento e ferro. Lo farà per più di un mese, dopo di che la spianata di 4.200 metri quadrati che da trent’anni è occupata dall'ingombrante scheletro di cemento armato diventerà un giardino.
A dare il via alla demolizione del ribattezzato “magone di Colle Aperto” (ex centro commerciale di via Benedetto Croce) sono stati il sindaco Mattia Palazzi con la giunta e i residenti del quartiere che al primo colpo di benna hanno a lungo applaudito. È la fine del fantasma di un progetto edilizio privato, rimasto zoppo prima ancora di essere completato.
Volto sorridente, Chiara abita in una delle villette affacciate sul mostro abbandonato: «Ormai quasi non lo vedevamo più, tanto ci siamo abituati ad averlo davanti, ma alla sera ci chiudevamo in casa. Sarò felice se nascerà un giardino unito al parco verde che c’è già: sono nonna da due anni, i bimbi potranno giocarci e tutti avremo aria buona e un panorama migliore». Nessun nastro bianco-rosso di avvio lavori, ma la gioia per la scomparsa di una realtà di degrado, l’abbattimento di 40mila metri cubi di cemento. Ed è dal quartiere che è arrivata la spinta a farlo.
«Era una promessa e la stiamo mantenendo, ringrazio la consigliera comunale Patrizia Benasi che ci ha costantemente sollecitato – dice il sindaco Palazzi spiegando l’iter seguito da via Roma – intervenire per espropriare e reperire i fondi ha richiesto quattro anni di lavoro. Ora l’area sarà riqualificata a giardino, il parcheggio esistente sistemato e allargato con trenta nuovi posti auto, cercheremo anche bandi per attrezzare l'area verde». È di 1,2 milioni euro la spesa, che prevede le fasi di demolizione, eliminazione dei detriti e rigenerazione dell’area che entro marzo avrà un nuovo aspetto. «In otto anni di amministrazione – prosegue Palazzi – sono stati demoliti i simboli dei fallimenti edilizi privati degli anni ’80 e ’90: c'è bisogno di restituire spazio alle persone» conclude Palazzi, facendo l’elenco degli altri colpi di benna dati dalla sua amministrazione ad altri ruderi in abbandono. Oltre al recupero di terreno, a Colle Aperto ci sarà il riutilizzo dei materiali che hanno riempito fino a oggi un’area di cinquanta metri per novanta.
«Il materiale sarà frantumato e sminuzzato e destinato, dopo la lavorazione e la certificazione, a sottofondi stradali» spiegano i rappresentanti della ditta Rofia che con tre operai porterà a termine il lavoro. Progettisti e responsabili sicurezza della Soprint srl osservano il cantiere che avanzerà passo passo verso il parcheggio. «Sul lato nord – mostra l’architetto Fanti – sarà steso un telo per proteggere i condomini di via Salvemini dalla polvere». La fermata del bus sarà spostata di cinquanta metri per la durata dei lavori.