Una città di Ultras che merita la serie B

Terza vittoria consecutiva (con 10 gol segnati e 0 subiti), 24esimo successo stagionale e +11 sul Padova secondo in classifica a 6 giornate dalla fine. A questi numeri del Mantova vanno aggiunti gli applausi a scena aperta che arrivano non soltanto da un popolo biancorosso in visibilio ma anche dagli avversari di turno e da tutti gli addetti ai lavori, conquistati dalla ipno-zona dell’Acm che in serie C è qualcosa di mai visto prima. Il quadro descrive l’autentico capolavoro nato nel maggio dello scorso anno, quando il presidente Piccoli e il direttore Raffa si trovarono il giorno dopo un’amarissima retrocessione per immaginare la riscossa. Che ha preso le sembianze di due fuoriclasse come Botturi e Possanzini, il primo capace di non sbagliare un colpo sul mercato e il secondo di plasmare una squadra fantastica. La meritata agiografia potrebbe continuare ma tempo al tempo. Solo chi segue da decenni il Mantova con tutte le sue sofferenze sa cosa significhi davvero il coro “dai c’andema in B” lanciato ieri dalla curva Te dopo il liberatorio “la capolista se ne va” cantato a squarciagola da tutto lo stadio, quasi fossimo un’intera “città di ultras”, come la definiva l’amico Giulio Giovannoni. L’opera non è ancora compiuta, mancano 7 punti a prescindere dai risultati del Padova, probabilmente ne basteranno meno. «Ma ne possiamo fare solo 3 alla volta - ha ricordato il saggio Massolini ieri - e quindi pensiamo al Trento». Il succo è che la festa è iniziata e continuerà, ma il traguardo dev’essere ancora tagliato. Dunque avanti con la trasferta al Briamasco e poi con l’Atalanta al Martelli. Potrebbero bastare due settimane di “Brividi”, forse ce ne vorranno di più. L’importante è che alla fine la festa vera si scateni e che Mantova la viva fino in fondo perché la merita tutta. E l’aspetta da tanto, troppo tempo.