L’ex presidente del Mantova Castagnaro: «Questa Acm può fare meglio della nostra»

«Seguo sempre il Mantova e ho in frigo la bottiglia, spero di stapparla domenica. Ci sono tutti i presupposti per ripercorrere le nostre orme, ma stavolta c’è il Var e nulla è impossibile».

Alberto Castagnaro è stato l’ultimo presidente veronese a vincere un campionato con il Mantova (Lodi salvò la C quando sparì la C2 ma non è la stessa cosa) e in un certo senso si appresta a “passare il testimone” a Filippo Piccoli. Lo fa augurando al numero uno di Viale Te di «ripercorrere la strada che facemmo all’epoca, ma con risultati ancora migliori. Anche perché adesso c’è... il Var».

Sempre tifoso biancorosso

«Il Mantova non ho mai smesso di seguirlo - racconta Castagnaro -, anche nei momenti meno felici. Adesso provo una grande gioia perché, al di là dei risultati, vedo che c’è un gruppo dirigente all’altezza dell’Acm, a partire dal presidente. Ed è sempre dalla società e dal gruppo di lavoro che nascono i successi. Ho visto molte partite dei biancorossi, la squadra gioca a memoria: nonostante la rosa sia stata completamente rinnovata la scorsa estate, tutti sanno sempre cosa fare e questo significa che c’è stato un grande lavoro da parte dell’allenatore».

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Andare lontano

Castagnaro vede un futuro roseo per questo Mantova: «Io credo che la squadra possa andare molto lontano, come accadde alla nostra vent’anni fa. Allora arrivammo a giocarci la serie A a Torino con in campo 6-7 giocatori che arrivavano dalla C2 e penso che la cosa potrebbe ripetersi. Spero ovviamente con un esito migliore. Adesso, del resto, c’è il Var e se ci fosse stato all’epoca saremmo andati in serie A senza alcun dubbio... È vero che qualche errore lo commettono ancora, ma non enormi come quelli che ci impedirono allora la promozione. Ancora oggi, quando vedo l’ex arbitro Pieri commentare in tv la moviola, mi vengono tanti pensieri. Perché tutti ricordano gli errori di Farina a Torino, ma la realtà è che l’arbitraggio più disastroso fu quello di Pieri al Martelli. Ma quella ormai è acqua passata - continua l’ex presidente -, bisogna concentrarsi sul Mantova attuale, che può aprire un ciclo importante. Piccoli non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo, ma da lontano mi sembra una persona che parla poco e fa tanti fatti. È solido e serio e questo è importante perché quando c’è una società come si deve tutto il resto arriva di conseguenza. Se si commettono errori, ad esempio, si riescono a correggere alla svelta e a rimettersi in carreggiata».

Squadra che vince non si cambia

Castagnaro dimostra poi di conoscere davvero bene la realtà biancorossa: «Al fianco di Piccoli c’è un ds molto bravo come Botturi: va sottolineato che il Mantova ha anche lanciato tanti giovani e che quasi tutti i calciatori sono di proprietà. Questo significa aver già quadruplicato il patrimonio aziendale e per un club è un successo straordinario. Possanzini poi è un allenatore destinato ad arrivare in alto, ma credo che resterà anche perché confrontarsi con la B sarà utile per la sua crescita. Insomma, io vedo tutti i presupposti perché i prossimi anni siano felici per i tifosi biancorossi, che con la loro incredibile passione sono gli altri protagonisti di questa cavalcata».

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L’unione fa la forza e la bottiglia è in frigo

Castagnaro invita poi gli imprenditori mantovani ad avvicinarsi al progetto di Piccoli: «All’epoca, quando con Lori arrivammo in B, la risposta dell’economia locale ci fu. È importante, così come lo è che il Comune abbia stanziato quasi 3 milioni per sistemare lo stadio. Tutta la comunità deve partecipare, la serie B è un obiettivo importante». L’Acm potrebbe essere promossa domenica senza giocare: «Mi ricorda qualcosa - sorride Castagnaro -. Vent’anni fa, dalla C2 alla C1, arrivammo proprio così. Ero in Fiera a Verona, mi chiamarono dicendo che il Sudtirol aveva pareggiato e mi precipitai a Mantova. La festa in piazza con i tifosi che mi portarono in braccio fu un’emozione unica. Mi regalarono una bandiera che ho ancora a casa. Una bottiglia per la B, invece - conclude - ce l’ho in frigo. Magari la stappiamo domenica».