Delitto di via Piave a Vigevano, respinta la richiesta di accuse più lievi
foto da Quotidiani locali
VIGEVANO. Aveva chiesto di poter fare un processo rapido e per un’accusa più lieve, omicidio preterintenzionale invece che volontario. Ma Mario Pier Rodriguez Arteaga, il 35enne accusato di aver ucciso a calci e pugni il 28enne Angel Mejla Albaredo al culmine di una lite famigliare avvenuta in un’abitazione di via Piave a Vigevano nella notte tra il 20 e 21 aprile 2023, andrà a processo davanti alla Corte di Assise. L’accusa resta omicidio volontario.
Lo ha deciso ieri mattina la giudice Maria Cristina Lapi, al termine dell’udienza preliminare in cui doveva esaminare la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Andrea Zanoncelli e, allo stesso tempo, la richiesta di giudizio abbreviato condizionato all’esame tossicologico su un campione biologico della vittima presentata dall’avvocato difensore Stefano De Felice di Milano. Nel processo è parte civile, con l’avvocata Laura Sforzini, la madre del giovane ucciso, una donna che abita in Toscana.
L’accusa al centro del processo
L’omicidio era avvenuto nella notte tra il 20 e 21 aprile 2023 a Vigevano, in un appartamento di via Piave. Secondo la ricostruzione dell’accusa, che ora sarà vagliata nel processo, Mario Pier Rodriguez Arteaga avrebbe ucciso il giovane, convivente di sua sorella, al culmine di una lite familiare. In particolare l’imputato avrebbe difeso sua sorella durante una discussione con il compagno, che aveva anche lanciato un televisore. A quel punto, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, era intervenuto il fratello della donna, colpendo il 28enne con una scarica di pugni.
Angel Albaredo aveva battuto la testa e perso conoscenza. La compagna e le altre persone presenti avevano cercato di soccorrerlo ma non c’era stato nulla da fare. Intanto Arteaga e la sorella erano fuggiti a piedi, temendo conseguenze per quanto accaduto .
Mario Rodriguez aveva camminato per qualche centinaio di metri e si era nascosto nel box di un palazzo e lì, poche ore dopo, era stato arrestato, tradito da una telefonata alla sorella.
Il 35enne oltre alla contestazione di omicidio volontario deve rispondere anche di lesioni, secondo l’accusa avvenute a gennaio 2023, cioè pochi mesi prima del delitto. Il processo a suo carico comincerà il 3 maggio in tribunale. La Corte di Assise deve ancora essere formata.