Raddoppiano le richieste di aiuto nel Veneziano, sempre più pasti caldi e collette dalla San Vincenzo
VENEZIA. Centinaia di pasti caldi distribuiti durante le festività. Generi alimentari consegnati in collaborazione con la Caritas diocesana. E un’attività di aiuti a casa per le famiglie bisognose che non si è mai fermata. Fra le associazioni del volontariato cittadino spicca l’attività della San Vincenzo De’ Paoli. Rilanciata negli ultimi tempi dalla presidenza di Martina Siebezzi.
«Abbiamo 120 soci e una trentina di volontari», racconta, «siamo impegnati nel territorio ad aiutare le famiglie bisognose, che sono sempre di più».
La crisi prodotta dalla pandemia ha almeno raddoppiato le richieste di aiuto. Emergono situazioni che fino a un anno fa non rientravano nell’orizzonte delle persone da aiutare. Gente che aveva lavori anche saltuari e non dipendenti, legati al turismo, alle attività alberghiere, ai servizi, ai ristoranti.
«Di colpo per loro», spiega Siebezzi, «la situazione è diventata grave, senza risorse su cui contare. Famiglie che si ritrovano alla fame, e che noi cerchiamo per quel che possiamo di aiutare».
Le file alle mense della Caritas aumentano, così come le richieste di aiuto. Molti non lo fanno perché non trovano il coraggio di ammettere una situazione di emergenza. Una sorta di vergogna sociale. Ma la rete ha anche il compito di aiutare chi non ne fa esplicita richiesta.
Tra le attività rilanciare nell’ultimo periodo dell’anno dalla San Vincenzo c’è la distribuzione dei generi alimentari alle famiglie. Le parrocchie, gli scout, i volontari e la San Vincenzo organizzano la raccolta nei supermercati della Coop. I clienti lasciano pacchi di generi alimentari non deperibili, pasta, pomodoro, scatolette. Alla fine la spesa viene distribuita alle famiglie dai volontari.
Tre i punti di distribuzione delle collette alimentari. Uno a San Francesco della Vigna, aperto nella primavera scorsa su decisione della conferenza della San Vincenzo a San Giovani e Paolo; uno ai Santi Apostoli, il terzo a San Marcuola. Qui i volontari coordinati dalla San Vincenzo seguono anche i problemi dei cittadini alle prese con i danni dell’Acqua Alta del novembre 2019. Non tutti hanno i requisiti o la volontà di far ricorso agli aiuti comunali.
«Abbiamo acquistato elettrodomestici, installato paratìe sulle porte per fermare l’acqua alta», dice la presidente. Ma l’attività che si intensifica è adesso quella della distribuzione dei pasti caldi. Difficoltà logistiche in periodo di pandemia e di attenzione massima ai possibili contagi. Tanto che spesso i pasti vengono spesso lasciati sulla porta di casa. —
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