Giovanna Scroccaro, numero uno della direzione farmaci della Regione, illustra i protocolli di cura, elencando l'uso dei farmaci contro il Covid: dal Remdesivir all'idrossoclorichina, fino agli antinfiammatori Cox2 inibitori, ultima frontiera nella cura a domicilio dei pazienti malati di Coronavirus
VENEZIA. Dagli antinfiammatori all’eparina a basso peso molecolare, passando per l’antivirale Remdesivir e il cortisone. Una cura d’elezione per il Covid ancora non c’è, tuttavia Giovanna Scroccaro, numero uno della direzione Farmaci della Regione Veneto, ha elencato l’arsenale di farmaci a disposizione per far fronte all’infezione virale.
Con una novità: il Veneto si è candidato per la sperimentazione degli anticorpi monoclonali per cui l’agenzia europea del farmaco ha avviato un trial clinico.
Qui elenchiamo tutti i farmaci che la Regione Veneto consiglia a seconda della gravità con cui si manifesta il Covid. La premessa è della stessa Scroccaro: “Ogni terapia va studiata dal medico di famiglia, che valuterà a seconda delle condizioni del paziente quale farmaco utilizzare”.
Dalle parole del medico traspare una considerazione: la cura domiciliare, se possibile, funziona. “I pazienti curati a casa hanno percentuali di ricovero bassissime e di mortalità ancora più bassa"
Paziente a domicilio. La cura d’elezione per il paziente che non ha bisogno di cure ospedaliere è l’antinfiammatorio. “In primo luogo quelli classici (la tachipirina, ndr) ma c’è una nuova classe di farmaci, gli antinfiammatori Cox2 inibitori (per fare un esempio il Celecoxib) che stanno dando buoni risultati”.
Scroccaro stressa il concetto del coinvolgimento del medico di famiglia, faro della terapia domiciliare: “Dato che questi nuovi farmaci hanno controindicazioni nel profilo di tossicità, dalla gastrolesività all’insufficienza renale, devono essere prescritti dal medico”.
In altre parole è vietato improvvisare di fronte al Covid, anche se Scroccaro sottolinea che molti pazienti non hanno bisogno di alcuna terapia: “Molti hanno decorso positivo solo con l’utilizzo di un antipiretico per tenere sotto controllo la temperatura”.
A casa può essere somministrato anche il cortisone: “Ma viene utilizzato quando il paziente è più compromesso, non se la malattia ha un decorso poco grave”. Quindi il capitolo eparina a basso peso molecolare: “Serve per evitare la trombosi nei pazienti allettati”. A domicilio il Veneto propone anche l’ossigenoterapia, sempre sotto controllo medico.
A parte il capitolo antibiotici. Il Covid 19 è un’infezione virale, non batterica, la premessa. “Tuttavia in alcune situazioni, per evitare il sovrapporsi di infezioni, il medico può decidere di prescrivere un antibiotico”. L’azitromicina è la molecola che sembra fino ad oggi aver dato migliori risultati
Paziente ospedalizzato. Quando la situazione peggiora e c’è necessità di ricovero, subentrano altri farmaci. In particolare, secondo quanto affermato da Scroccaro, il Remdesivir, un antivirale, ha dato risultati incoraggianti. “Ma ne è autorizzato solo l’uso ospedaliero, non domiciliare”. Questi farmaci vanno associati all’ossigenoterapia e alla ventilazione meccanica di fronte alla presenza di polmonite
Idrossiclorochina: sul fronte di questo farmaco, un antimalarico utilizzato anche per la cura del Covid,
Scroccaro ha riportato la perplessità di molti studi: “Su questo farmaco ci sono molti studi, che hanno portato a risultati contrastanti, ma i risultati negativi superano quelli positivi”. Scroccaro ha poi affrontato la questione del protocollo Szumski: “Lo abbiamo visto e analizzato”, ha detto la dottoressa, “si tratta di una cura molto aggressiva che viene somministrata in modo standardizzato”. La responsabile della direzione del farmaco ha sottolineato quanto fondamentale sia una cura che sia personalizzata per il paziente.
Anticorpi monoclonali. Scroccaro ha annunciato che il Veneto parteciperà a una sperimentazione clinica relativa agli anticorpi monoclonali, i farmaci utilizzati per curare Donald Trump per intendersi. “Questi farmaci hanno dato buoni risultati nella cura della malattia ai primi stadi”, ha detto Scroccaro. “L’Fda ne ha già autorizzati due, mentre in Europa non sono ancora stati approvati. Ora il Veneto si è candidato a partecipare alla sperimentazione clinica di questi farmaci”