Frode Iva nel settore edilizio, la Finanza sequestra mezzo milione di euro a Caorle
Contestata una compravendita di un immobile da 700 mila euro mai avvenuta tra una società veneziana e una veronese
VENEZIA. La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Pordenone nei confronti dei rappresentanti legali di due società operanti nel settore edilizio, responsabili dei reati di omessa dichiarazione dei redditi e di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
I legali rappresentanti nei cui confronti sono stati emessi i decreti di sequestro sono i fratelli Oppido. Questo è un provvedimento per frode Iva, false fatture per una compravendita di immobile a Latisana. Raffaele Oppido è stato però al centro dell’operazione per la realizzazione di 14 villette a Ottava Presa di Caorle nel 2008 (legata all’ex carabiniere Claudio Casella), il suo nome compare nelle carte dell’inchiesta Aemilia. Al momento non si possono però stabilire collegamenti.
Il provvedimento di sequestro, per un valore di oltre 500.000 euro, corrispondente all’ammontare delle imposte evase, ha interessato 9 immobili, 2 ettari di terreno e 4 conti correnti nella disponibilità degli indagati. L’operazione è scattata al termine di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Pordenone e delegata ai finanzieri della Tenenza di Caorle, che ha interessato la compravendita di un immobile sito in Friuli Venezia Giulia, formalmente perfezionata al prezzo di 700.000 euro tra 2 società del settore edile con sede in provincia di Venezia e di Verona.
Le indagini hanno permesso di accertare che la compravendita non si era in realtà concretizzata e che, conseguentemente, la fattura di vendita predisposta aveva consentito al presunto acquirente l’ottenimento di un indebito risparmio di imposta quantificato in oltre 300.000 euro, tra Ires, Irap e Iva.
La mancata attuazione dell’operazione e la falsità della collegata fattura sono state avvalorate dagli accertamenti bancari eseguiti dai finanzieri sul conto delle società coinvolte, che hanno consentito di accertare l’assenza di movimentazioni di somme riconducibili alla compravendita.