Controlli sulla movida da stasera un presidio in campo S. Margherita
VENEZIA
Dopo decine di segnalazioni e proteste, il fronte anti-degrado si allarga per cercare di mettere un freno ai fenomeni di inciviltà legati alla movida alcolica veneziana. Gli ultimi episodi di domenica scorsa in campo Santa Margherita, con i masegni ricoperti da un tappeto di rifiuti, ripropone ancora una volta il tema dei controlli e dei regolamenti.
E così se da un lato i cittadini di Dorsoduro (ma anche di Rialto e San Polo) chiedono un tavolo con associazioni e istituzioni cittadine, dall’altro il Comune ha in mente una campagna di sensibilizzazione con un vademecum da distribuire a esercenti e avventori per diffondere le norme dei regolamenti comunali. Stasera e domani, poi, campo Santa Margherita sarà presidiato dalle forze dell’ordine. Sono queste le novità emerse dall’incontro di ieri tra l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga, l’assessore alla Sicurezza Silvana Tosi e le associazioni di categoria (Aepe, Ascom, Confesercenti). Un modo insomma per rinfrescare le regole, che esistono ma che sempre più raramente vengono rispettate. Ad esempio, il regolamento di polizia e sicurezza urbana del 2019 prevede che chi ha attività take away deve avere contenitori per la raccolta entro 100 metri dal locale. È previsto poi l’obbligo di “brandizzazione” per il riconoscimento dei rifiuti. Semplificando, ogni locale deve avere il suo marchio sui cartoni da asporto o sui bicchieri in plastica, in modo tale da rendersi riconoscibile. Ma i controlli non si vedono, soprattutto quando una manciata di agenti si trovano di fronte a migliaia di persone. Sulla campagna di sensibilizzazione, le associazioni di categoria hanno dato la massima disponibilità. In parallelo, però, i residenti si dicono sempre più esasperati. Il Comitato Rialto Nuovo, con Gabriella Giaretta, fa sapere che nei prossimi giorni sarà inviato un esposto al Comune e al comando della polizia locale per gli episodi di inciviltà in campo San Giacometo e nei dintorni di San Polo. Norme più severe e maggiori ascolto alla cittadinanza sono invece le soluzioni per Giovanni Leone (associazione Do.Ve): «Ci sono stati casi di persone aggredite fino a casa perché si erano permessi di segnalare gli episodi, qui c’è un problema di rilevanza sociale. Ecco perché serve convocare un tavolo tra istituzioni e cittadini».Eugenio Pendolini