Il Sì di Alexandre Arnault e la bellissima Géraldine. L’erede del miliardario francese sposo a Venezia
VENEZIA. Come ai tempi di George Clooney, però moltiplicato per tre, il lusso francese, la nobiltà italiana e l’oligarchia russa dicono sì, lo voglio, ciascuno nella propria lingua, con duecento invitati a testa, nello stesso giorno, sabato 16 ottobre, quasi alla stessa ora. La laguna si divide equamente tra il matrimonio di Alexandre Arnault e Géraldine Guyot, quello di Briano Martinoni Caleppio e Vera Arrivabene Valenti Gonzaga, e il terzo, inaccessibile, all’isola degli Armeni, tra i fortunatissimi figli di due imprenditori russi.
La grandeur parigina fa propria la chiesa dei Gesuiti, fresca del restauro di Venetian Heritage e ricoperta da una serra di fiori bianchi, per le nozze religiose del secondogenito 29 enne di Bernard Arnault - proprietario del Gruppo LVMH, l’uomo più ricco del mondo - che già di suo è vicepresidente esecutivo di Tiffany & Co, con la bionda Géraldine, 29 anni, fondatrice del brand di cappelli D’Estree che al matrimonio è andato fortissimo.
Sfilano sul tappeto grigio certe signore sottili sottili, vestite in Avenue Montaigne, su certi tacchi che i masegni non perdonano. Arriva il campione del mondo di tennis Roger Federer, mentre tutti aspettano Beyoncè. Saluta brevemente Diego Della Valle, gli imprenditori francesi s’incrociano con John Elkann mano nella mano con Lavinia Borromeo in abito lungo color acquamarina, passano l’archistar Peter Marino, il fratello dello sposo Antoine con la moglie, la modella russa Natalja Vodjanova, l’amministratore delegato di Moncler Remo Ruffini.
Forse Beyoncé arriva, e infatti gli uomini della sicurezza hanno pronti gli ombrelli per proteggerla dalla folla che si allarga, sgomita, sommando fotografi, curiosi, passanti, turisti con i trolley, anziane alla finestra e una veneziana che non gradisce e grida che lei passa dove vuole.
Come per George Clooney, Venezia ritrova il suo epicentro e diventa altare irresistibile. Nello scambio di cortesie, la città offre l’incanto di una cerimonia un po’ fuori mano, e per questo più preziosa, di fronte alla quale apre la bocca per lo stupore anche il cantante Pharrel Williams, di cui nessuno dimenticherà il bermuda blu e il calzino bianco.
Avanzano le otto damigelle in abito color bronzo alla guida di Dephine Arnault, sorella dello sposo, mentre Beyoncé, accompagnata dal marito Jay-Z, rinuncia agli ombrelli e opta per una guardia del corpo stazza armadio per entrare non vista.
Con perdonabile ritardo (venticinque minuti) incede la sposa, al fianco del fiero babbo, circondata dai paggetti. Per ultimo entra il cane, con il collare nuziale. In serata festa all’isola di San Giorgio, domenica il lunch al Belmond Cipriani, l’hotel di famiglia. —
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