Baretta va a Napoli come assessore al Bilancio: «Non è una fuga, me lo ha chiesto Letta, ho detto sì»
L’ex sottosegretario del Pd lascia l’incarico di coordinatore delle opposizioni a Venezia. Al suo posto entra il rossoverde Trabucco
VENEZIA. «Un’ottima notizia». È il segretario nazionale del Pd Enrico Letta il primo a commentare la nomina di Pierpaolo Baretta, per quasi dieci anni sottosegretario all’Economia e candidato sindaco a Venezia sconfitto da Brugnaro nel 2020, ad assessore al Bilancio della nuova giunta di Napoli guidata da Gaetano Manfredi.
Nelle ore in cui è in corso la battaglia in Consiglio comunale (a Venezia) sul presunto conflitto di interessi del sindaco Luigi Brugnaro, il coordinatore delle opposizioni spiazza tutti. E annuncia: «Vado a fare l’assessore a Napoli. Me lo ha chiesto Letta. Ho resistito, ma alla fine ho dovuto accettare».
Un fulmine a ciel sereno, che adesso modifica anche gli equilibri interni all’opposizione di Ca’ Farsetti. Al suo posto, come primo dei non eletti, subentra infatti il rossoverde Gianluca Trabucco, già presidente della Municipalità di Chirignago-Gazzera e consigliere comunale dei Ds. Un consigliere in meno al Pd, dunque, uno in più al gruppo guidato da Gianfranco Bettin. Le dimissioni sembrano scontate, perché il testo unico degli enti locali stabilisce all’articolo 65 una incompatibilità tra i consiglieri comunali e gli incarichi di assessore in comuni con più di 15 mila abitanti.
Una nomina salutata con entusiasmo dai vertici del Pd veneto e veneziano, a cominciare dal segretario regionale Lorenzo Bisato. «La competenza di Baretta», dicono è stata premiata.
Ma come, onorevole Baretta, se ne va dopo solo un anno di opposizione in Comune?
«Ma non è una fuga! Sono stato un anno in Consiglio comunale, mica mi sono dimesso subito. A Venezia sappiamo tutti che c’è bisogno di un rinnovamento, il prossimo candidato sindaco del centrosinistra certo non sarò io...».
Ma in molti non hanno capito. Eletto a Venezia, assessore a Napoli...
«Me lo ha chiesto il segretario Letta. Alla fine non ho potuto dire di no. Napoli è un’emergenza nazionale, un luogo da rilanciare alla grande. Non possiamo fallire. Hanno chiesto se davo una mano ed eccomi qua. Ringrazio il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, per la fiducia. Per me è un impegno di grande responsabilità che svolgerò cosciente dei miei limiti ma pronto alla sfida che ci attende.
Dunque si dimette dall’incarico di consigliere?
«Mah, non è detto. So che non è incompatibile. Vedremo, decideremo insieme alla coalizione che mi ha eletto».
Assessore in altra città
«Come ho detto, il problema di Napoli è un problema nazionale. È una scommessa da vincere. Se ce la facciamo lì, il Paese fa un passo avanti. Napoli è città straordinaria, fonte di lavoro e di bellezze incomparabili. Il progetto Napoli ha una enorme importanza per tutto il Paese. Per questo nonostante le mie iniziali resistenze alla fine ho dovuto accettare la proposta. E ne sono onorato».
A Venezia c’era una battaglia da portare a termine.
«Trovo strumentale parlare di fuga. Non è che scappo. Con i mezzi di oggi si può dare una mano anche da lontano. E così si potrà approfittare per avviare un vero rinnovamento della nostra classe politica. Dobbiamo lavorare per tempo per avviare il rinnovamento necessario e preparare le prossime occasioni di riconquistare la città al futuro che merita. Il mio legame con Venezia non viene meno, e ringrazio tutti coloro coi quali abbiamo condiviso l’impegno assunto nella campagna elettorale dello scorso anno. Che continua e va avanti».