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VENEZIA. Una sfida tra le più ardue: rendere accogliente un reparto “duro” come la Terapia Intensiva, e farlo in tempo di Covid. All’Ospedale di Venezia ci sono riusciti, insieme, la Direzione dell’Ospedale, il Primario, e un gruppo di benefattori che, con entusiasmo e generosità, si sono impegnati a realizzare una riorganizzazione degli spazi, anche a vantaggio dei familiari delle persone ricoverate.
Da ieri la Terapia Intensiva è diventata bella e accogliente, con spazi ridipinti, pavimenti rinnovati, arredi nuovi, poltrone a disposizione dei familiari, armadietti per gli effetti personali: «Tutto questo, e cioè spazi progettati per accogliere i parenti delle persone ricoverate, è stato fatto in poche settimane», sottolinea il Primario Marco Meggiolaro. A permettere e a sostenere finanziariamente l’intervento è stato l’impegno di una “cordata” di donatori, guidata dalla Fondazione Elena Trevisanato e da DFS Italia-Fondaco dei Tedeschi.
Gli spazi rinnovati sono stati inaugurati ieri dal Direttore Generale dell’Usl 3 Serenissima, Edgardo Contato: «La Rianimazione è reparto strategico e fondamentale – ha detto ringraziando i donatori – per dare sicurezza e ‘serenità’ ad un ospedale». Simbolo dei lavori compiuti il grande “bancone” cuore del reparto, su cui spiccano ora due “alberi della vita” di buon auspicio per i pazienti ricoverati e per gli operatori dell’unità operativa.
La raccolta dei fondi necessari, in totale ben più di centomila euro, è stata il frutto di impegni convergenti: «La Fondazione Elena Trevisanato», spiega la presidente Liliana Miatello, presente all'inaugurazione con il consigliere Paolo Trevisanato, «è stata fortemente impegnata fin dal 2020 con un’attività specificatamente dedicata al Civile. Siamo diventati il primo partner di Mattia Carlon, un cittadino veneziano, che con entusiasmo aveva autonomamente avviato una raccolta fondi con questa finalità, e necessitava di un soggetto istituzionale con cui procedere nel reperimento dei materiali e nel loro acquisto. Insieme abbiamo raccolto 68 mila euro con l’aiuto dell’associazione medico infermieristica ‘Obiettivo Ippocrate’».