Fedez, il Codacons e la polemica (assurda): ecco cos’è successo
Fedez e Chiara Ferragni contro il Codacons. O meglio, sarebbe più corretto dire il contrario visto che è stata l’associazione per i diritti dei consumatori a scagliarsi contro il rapper e la fashion blogger. Sì, perché a detta di Carlo Rienzi – presidente dell’organizzazione – la raccolta fondi promossa dai Ferragnez attraverso la piattaforma GoFuoudMe per sostenere le terapie intensive nasconderebbe delle «illegittimità».
Sotto la lente di ingrandimento va «la mazzetta del 10%» – così l’ha definita Rienzi – che molti utenti hanno pagato alla piattaforma al momento della donazione. A prescindere dal fatto che quella percentuale è sempre stata modificabile – ora pure annullabile – e che GoFoundMe ha dotato a sua volta 250mila euro dei suoi introiti all’iniziativa benefica, lascia perplessi che in un momento così delicato per il paese si cerchi la polemica.
Accusare Fedez «di essere stato preso con le mani nella marmellata» ha mandato su tutte le furie il popolo dei social che si è schierato in blocco con l’artista. Persino Fabio Fazio e Roberto Burioni hanno difeso in diretta tv le buone intenzioni dei Ferragnez: «Con questo attacco il Codacons conferma il suo costante impegno a favore del virus», scrive senza mezzi termini il virologo, da tempo in guerra con l’associazione.
Rienzi chiede che tutte le donazioni per gli ospedali finiscano in mano alla Protezione Civile che però – a dirla tutta – ha lodato iniziative come quella di Fedez e Ferragni: in appena due settimane, infatti, hanno aperto un nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele di Milano (che a breve si allargherà ulteriormente), realizzando pure un grande telone con i 200mila nomi dei donatori che hanno contribuito alla causa.
https://www.youtube.com/watch?v=3Rj9Byxt_VcTra l’altro, a completare questa assurda polemica – sfociata in video di insulti e minacce di querela – Fedez ha scoperto che sul sito del Codacons c’era un banner – poi corretto – che faceva riferimento ad aiuti per il coronavirus ma in verità rimandava a un form di donazione per l’associazione stessa: «Anche noi abbiamo bisogno di risorse per restare vicini ai consumatori in questo momento delicato», prova a difendersi Rienzi.
«La questione è stata riferita alla Polizia di Stato», è intervenuto su twitter addirittura Carlo Sibilia, sottosegretario al Ministero dell’Interno, ringraziando Fedez. «Queste cose non dovrebbero mai accadere, men che meno in questo periodo». Parole d’oro.
P.S. Riceviamo e pubblichiamo dal Codacons:
1) le illegittimità nel sistema di raccolta fondi cui si riferisce l’articolo non sono affatto “presunte” ma accertate dall’Antitrust con apposito provvedimento (PS11726 del 22 marzo 2020)
2) la commissione del 10% chiesta da Gofundme, era in verità ingannevole, e anche questo lo ha sostenuto sempre l’Antitrust che ha definito questa modalità di raccolta uno “sfruttamento della tragica pandemia in atto per orientare i consumatori ad effettuare donazioni sulla piattaforma che, promossa come gratuita, prevede costi e commissioni preimpostate”, “nel coinvolgimento della generalità dei consumatori in ragione della ampia disponibilità e partecipazione ad effettuare donazioni per le iniziative di solidarietà e di supporto per il contenimento del Covid-19 e la cura dei malati”.
3) è falsa la notizia secondo cui il Codacons avrebbe pubblicato un banner per raccogliere aiuti da destinare alla sanità italiana per l’emergenza coronavirus; nel banner in questione si spiega in modo chiaro e trasparente come le donazioni siano finalizzate a sostenere le attivitàlegali del Codacons in aiuto dei cittadini e contro il coronavirus (ricorsi, denunce, azioni legali, ecc. tra cui ci piace ricordare la diffida che ha consentito la sperimentazione del farmaco antiartritico che sta dando tante speranze) considerato che in questa emergenza generale i diritti dei cittadini richiedono maggiore tutela (sul sito Codacons trovate la ns 43 iniziative delle ultime settimane);
4) specifichiamo che l’iniziativa del Codacons sulla raccolta fondi di Fedez non è certo tesa a bloccare le iniziative di solidarietà , ma solo a garantire massima trasparenza in favore di chi dona, e nessun costo occultoa carico degli utenti. E questa non è una polemica, ma un nostro preciso dovere in quanto associazione a tutela dei consumatori.