Frequenze tv nell’Agordino: canali Rai al sicuro. C’è il rischio di perdere Mediaset
I timori di Luchetta, consigliere provinciale e sindaco di Vallada: «Potrebbe servire il satellite»
AGORDINO. Certezze per i canali Rai, speranze per quelli delle emittenti locali, timori concreti per la ricezione delle tv private. Se l’obiettivo principale dello Stato era riuscire a far vendere nuovi televisori di ultima generazione per la visione delle trasmissioni in HD, il piano è forse riuscito.
Che poi gli abitanti della periferia della montagna marginale riescano effettivamente a prendere il segnale, è un problema loro o degli amministratori locali che oggi stanno cercando di metterci una pezza.
In Agordino i residenti nelle piccole frazioni di alcuni comuni sono preoccupati per il concreto rischio che certi canali delle emittenti private vengano spenti e che la loro visione debba essere semmai demandata all’acquisto di altri dispositivi satellitari. Della questione se ne sta occupando il consigliere provinciale e sindaco di Vallada, Fabio Luchetta, unitamente all’Unione montana agordina.
Certezze Rai
L’Unione montana agordina è autorizzata dal ministero per la diffusione delle sole reti Rai su dieci ripetitori in vallata. Si chiama servizio integrativo ed è teso a dare copertura alle zone su cui l’azienda di Stato non interviene direttamente. Le postazioni sono quelle del Colle di Lantrago (La Valle), di Gaèr (Vallada), di Garés (Canale), di Listolade (Taibon), di Falcade-Marmolada, di Mas-Celàt (Vallada), di Moè di Laste (Rocca Pietore), del Monte Gardellón (Gosaldo), di Morbiàch (Cencenighe), di Pianàz (Colle Santa Lucia). «Nell’ambito della riassegnazione delle frequenze», spiega l’Uma, «ci siamo visti recapitare la notizia che il ministero ci avrebbe cancellato il canale di trasmissione. Gli amministratori si sono quindi dati da fare e abbiamo avuto la riassegnazione in tempi brevi di una nuova frequenza provvisoria per la ripetizione dei canali Rai. Ciò ha comportato la necessità da parte dei nostri tecnici di sostituire gli apparati per permettere la trasmissione con la tecnologia in hd in modalità mp4».
Mediaset guarda i numeri
Mediaset e altre televisioni private non sono invece un interlocutore dell’Unione montana. Tuttavia il grosso problema per il futuro riguarderà proprio la possibilità per gli utenti di vedere tali emittenti. Qualcuno ipotizza che, dalle piccole postazioni elencate sopra, il segnale (qualora non sia già spento) verrà definitivamente interrotto il 30 giugno.
«I grandi player che devono investire soldi per cambiare gli apparati», dice Fabio Luchetta, sindaco di Vallada, che in veste di consigliere provinciale ha portato il problema a Palazzo Piloni, «non hanno grande interesse a coprire zone con pochi abitanti. Come Provincia cercheremo il confronto con questi soggetti, ma non credo sarà facile ottenere risultati. Alla fine temo che la cosa più semplice per l’utenza sia quella di optare per il satellitare. Certo non mi sfugge che le famiglie hanno già acquistato dei televisori convinti di vedere i canali».
Telebelluno sicura fino a dicembre
Secondo Fabio Luchetta la priorità per gli amministratori è tuttavia quella di garantire a tutti gli utenti la visione della tv locale «che ha una grande importanza sociale in particolare nella periferia della montagna».
«Su tanti ripetitori», dice, «oggi non esiste il segnale perché serve una deroga che Telebelluno ha richiesto al ministero senza avere risposta. La Provincia, pertanto, a breve invierà le richieste a Roma per avere l’autorizzazione per le tv locali per reimmettere il segnale affinché si possa vedere dappertutto. Attualmente si tratta di un’operazione fattibile, ma col 1° gennaio 2023, quando si passerà alla nuova tecnologia, serviranno investimenti. Telebelluno dovrebbe investire mezzo milione di euro: ovvio che non è semplice per una tv locale trovare tutti questi soldi. Per questo serve che la macchina pubblica, messa in moto dalla volontà degli amministratori, vada incontro alle spese».