Asugi risponde agli operatori del Pronto soccorso di Trieste: «Paghiamo scelte passate. La nuova centrale operativa è una prima risposta»
«La vicinanza della direzione strategica di Asugi verso il personale del Pronto soccorso è totale. Oggi paghiamo scelte del passato legate al taglio dei posti letto e alla mancata implementazione del territorio. Una prima risposta arriverà dalla Centrale operativa territoriale».
[[(gele.Finegil.Image2014v1) Pronto Soccorso di Trieste, la replica di Asugi:_poggiana]]
Antonio Poggiana, direttore generale di Asugi, con al fianco Andrea Longanesi, direttore sanitario, Eugenio Possamai, direttore amministrativo, e Fabio Samani, direttore sociosanitario, ha voluto incontrare la stampa e fare chiarezza sulla situazione del Pronto soccorso di Trieste.
Tutto nasce dalla lettera “sfogo” del personale della struttura nella quale veniva denunciata una situazione non più gestibile e si chiedeva aiuto: ai cittadini che si recano al Pronto soccorso per ogni piccola cosa, al territorio che non riesce a fare da filtro, alla direzione di Asugi per la mancanza di spazi dove ricoverare i pazienti, e alla politica alla quale viene chiesto di poter avere personale.
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«Siamo consapevoli dell’onere e del carico di lavoro nella struttura – ha sottolineato Poggiana – e vogliamo ringraziare tutti gli operatori per l’impegno che mettono in campo ogni giorno. Sapendo la pressione a cui sono sottoposti, essendo il Pronto soccorso sempre aperto e usato da tutti, è comprensibile la difficoltà ma è giusto ricordare che si tratta di una situazione di tutta Italia dove mancano 5 mila medici e 13 mila infermieri. I dati di accesso, inoltre, sono in linea con quelli degli scorsi anni».
«Io la lettera non l’ho mai ricevuta – ha sottolineato Poggiana – altrimenti come ho sempre fatto mi sarei confrontato con loro. Rigetto ogni possibile attacco di aver lasciato da solo il personale e le interlocuzioni con la direzione sono costanti. Non ho apprezzato il metodo della lettera pubblica perché avrei preferito arrivasse prima a me e poi alle redazioni giornalistiche. Starei anche attento a parlare di rischio clinico in quanto i pazienti che accedono sono monitorati e assistiti da quando accedono al completamento del percorso terapeutico».
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Il direttore generale, unico a parlare, ha inoltre rimarcato la massima fiducia nell’attuale direttore del Pronto soccorso: «Franco Cominotto ha lavorato bene risolvendo problemi che esistevano da anni e gode della mia stima».
Sulle possibili risposte agli operatori, Poggiana, ha comunque evidenziato come il problema sia nazionale: «Tutto il personale che ha partecipato ai concorsi lo abbiamo assunto. Nel 2019 il reparto aveva 37 medici e 178 addetti tra personale infermieristico e di supporto, nel 2020 i medici sono saliti di 8 unità per poi scendere a 41 nel 2022 con, però, 191 tra infermieri e Oss».
La responsabilità dei mancati ricoveri dei pazienti nei reparti di degenza è legata anche «al taglio di almeno 60 posti letto effettuato tra il 2014 e il 2015 e oggi determinante non avendo più il personale per riattivarli. Dobbiamo inoltre tenere in equilibrio l’attività chirurgia – ripartita dopo il Covid – con quella internistica, che lunedì potrà comunque contare su 14 nuovi posti letto».
Le possibili soluzioni, ha sottolineato Poggiana, arriveranno dall’attivazione della Centrale operativa territoriale che gestirà la fase post acuzie e si prenderà in carico i pazienti fin da subito. «Degli ospedali di comunità invece non posso parlare perché ci sarà sempre il problema del personale. Il territorio in ogni caso potrà essere implementato grazie anche ai fondi del Pnrr».