«Il festival della lettura, la nostra forza»: a Ivrea un’invasione di autori, eventi e mostre
IVREA
È fissata per giovedì 1° giugno, alle 18, nel cortile del museo Garda, l’inaugurazione dell’undicesima edizione de La grande invasione che, fino a tutta domenica 4, affollerà gli spazi urbani facendosi lettura, spettacolo, socialità, incontro e anche confronto, forte di essersi ormai tradotta in una solida consuetudine attesa e apprezzata.
Alla vigilia dell'evento, Gianmario Pilo, che con Marco Cassini ne è stato l’ideatore e ne è tuttora l’organizzatore appassionato, risponde volentieri a qualche domanda.
Lo scorso anno è stata un’edizione seguitissima che ha reso onore a Ivrea Capitale del libro 2022: un ricordo?
«Quella del decennale è andata in archivio come un’edizione ricca non solo di appuntamenti, grazie anche a un mini contributo in più da Capitale del libro, ma anche e soprattutto di emozioni forti come l’incontro di chiusura con Roberto Saviano, dedicato a Giovanni Falcone, che ha destato non poche polemiche da parte di alcuni rappresentanti della maggioranza all’epoca al governo della città. Vedere così tanta gente in coda durante un temporale, e altrettanta rimasta fuori, in rigoroso silenzio, a seguirne lo svolgimento grazie alle casse appositamente sistemate all’esterno è stata davvero una grande emozione».
Come procede il sodalizio con Cassini e come fate a ritrovare, ogni volta, l’entusiasmo per mettere a punto il festival e quanto impiegate a organizzarlo?
«Il sodalizio con Marco è sempre più solido, anche grazie alle tante discussioni, spesso molto animate, che facciamo durante l’anno e pure durante il festival. Appena finisce un’edizione imbastiamo la successiva e poi, da settembre in avanti, cuciamo il tutto che, verso metà maggio, diventa la nuova edizione».
I vostri collaboratori: quanti quelli più strettamente legati a voi, nell’organizzazione della manifestazione, quanti quelli impegnati come volontari?
«Il festival ha la fortuna di disporre, esclusi noi, di uno staff molto collaborativo, composto principalmente da donne e da solo un uomo, che, dal mese di marzo lavora speditamente alla definizione di tutta la logistica del festival. Ed è ancora più fortunato ad avere un’associazione che comprende più di quaranta volontari, tutti con ruoli ben definiti, che ne permette la realizzazione. Senza di loro sarebbe impossibile farlo».
Quali i luoghi di questa edizione?
«Quando è nato il festival l’idea era di invadere il maggior numero possibile di posti, anche quelli non solitamente deputati alla cultura, ma i numeri raggiunti, prima, e la pandemia, poi, ci impediscono di proseguire per quella strada. I luoghi scelti sono sempre gli stessi per permettere a più persone di partecipare. Peccato per Palazzo Giusiana, negatoci dalla giunta precedente: speriamo di poterlo utilizzare nella dodicesima edizione».
Costi e contributi?
«Quella sui costi è sempre la nota dolente: a oggi, infatti, l’undicesima edizione non ha ancora la copertura totale. Quanto ai contributi, siamo sempre tarati intorno ai 130.000 euro e quello che riusciamo a fare con quei soldi la considero, e non sono il solo, una vera e propria impresa».
Quali gli appuntamenti e le presenze che vorrebbe evidenziare?
«Difficile rispondere. Facciamo così: se avessi la possibilità di assistere a un solo appuntamento, sceglierei il reading di Mauro Pescio Io ero il milanese, sulla incredibile storia di Lorenzo S.».
I criteri di scelta delle mostre?
«Le mostre sono un’appendice importante, frutto della passione di Marco e mia, e le scegliamo in base ai nostri gusti e spesso anche a proposte interessanti che ci vengono fatte. Da anni collaboriamo con due gallerie che si occupano principalmente di illustrazione, Caracol di Torino e Tapirulan di Cremona, per il secondo anno consecutivo collaboriamo con lo studio di Ivrea Graphic Fighters, ed è quasi decennale la collaborazione con l’artista eporediese Lino Ricco. È la prima volta, invece, che collaboriamo con l’artista eporediese Galliano Gallo e che affrontiamo il mondo dell’arte contemporanea con il giovane artista Erik Saglia, autore dell’immagine logo del festival 2023. Erik, che ha già esposto le sue opere in tutto il mondo e di recente è stato ospite al Miart, nello spazio di Gallerie di Italia Intesa Sanpaolo, nostro main partner, proporrà una mostra molto particolare».
Un messaggio alla nuova amministrazione al suo debutto?
«Semplicemente, buon lavoro. È la terza legislatura che incontriamo con il festival e siamo davvero felici».
Progetti per il futuro?
«Continuare a mantenere vivo il mio entusiasmo, vive le mie passioni, viva la mia curiosità e soprattutto la capacità di desiderare sempre qualcosa di nuovo».