Strappo nell’Unione Italiana: Capodistria elegge i propri vertici
foto da Quotidiani locali
FIUME Viene sconfessata l’Italia, si sostiene da una parte; dall’altra si rileva la volontà di dare vita al processo di unificazione tra le Unioni italiane che operano a Fiume e Capodistria. Intanto però la Comunità nazionale italiana che vive in Croazia e Slovenia, così come la sua organizzazione apicale – l’Unione Italiana – sono di fronte a una sfida che rischia di minare l’unitarietà degli italiani rimasti, col risultato di indebolirli.
Tutto parte il 9 gennaio scorso, con sette consiglieri della Consulta (massimo organismo deliberativo) dell’Unione italiana (Ui) di Capodistria che si riuniscono in segreto per decidere che la nuova coordinatrice dell’organizzazione capodistriana sarà Astrid Del Ben. Eletta al posto di Maurizio Tremul, da anni presidente dell’Ui. La Consulta capodistriana è parte integrante dell’Ui di Fiume e quando si riunisce deve farlo in modo congiunto con l’Assemblea (il parlamentino) Ui. Lo dicono le leggi slovene, lo Statuto e le regole interne dell’Unione.
Nella riunione dei sette (su dieci) componenti della Consulta, svoltasi in un sito imprecisato e senza informare i media, è stata nominata anche la Commissione dei Garanti, d’Appello e di Controllo. Una cosa mai accaduta prima e che Tremul bolla ora senza mezzi termini: «Grazie all’impegno e sostegno del ministero degli Esteri italiano e degli organismi diplomatici e consolari italiani in Slovenia e Croazia, eravamo riusciti a giungere alla soluzione di compromesso, peraltro condivisa da Lubiana: dare vita nel 1998 all’Ui con sede a Capodistria.
Nascita doverosa: Croazia e Slovenia erano e sono da oltre trent’anni due Stati distinti e per Lubiana c’erano problemi poiché l’Ui di Fiume era registrata nell’altro Stato e l’identica cosa si doveva fare in Slovenia. Ma i due bracci operativi dell’Ui – così Tremul – hanno sempre agito assieme, di concerto, mentre ora per la prima volta non abbiamo un unico e unitario Comitato dei garanti e un’unica Ui. Si è andati alla separazione della nostra Comunità nazionale in due entità distinte, rendendo inutili gli sforzi pluridecennali della Nazione madre per l’unitarietà degli italiani in Croazia e Slovenia. Una spaccatura che non ha precedenti. Sì, in passato hanno agito nell’Ui diverse forze di opposizione, ma mai in una situazione del genere. Il 9 febbraio – ancora Tremul – l’Unità amministrativa di Capodistria ha registrato il nome della nuova coordinatrice dell’Ui di Capodistria nella persona di Astrid Del Ben: su questo sono stati inoltrati tre ricorsi. Vediamo cosa verrà deciso in merito».
Contattata dal Piccolo, Del Ben ha confermato l’esistenza dei tre ricorsi ma non ha voluto commentare le parole di Tremul sulla sua nomina, su quella del Comitato dei Garanti e sulle accuse di frattura. Un paio di settimane fa Del Ben aveva emesso una nota in cui dichiarava di esser stata eletta nel pieno rispetto dello Statuto Ui di Capodistria e delle norme vigenti della Repubblica di Slovenia, potendo contare sul pieno sostegno della Consulta capodistriana. «Esprimiamo la volontà di avviare il processo di unificazione, de facto e de iure, di Ui a Fiume e a Capodistria, passo che ha come obiettivo il miglioramento dell’efficienza e delle potenzialità dell’Ui, preservando e rafforzando i nostri diritti, interessi e contribuendo all’ulteriore sviluppo della Comunità nazionale italiana». Una nota che tenta di gettare acqua sul fuoco delle critiche lanciate da Tremul e che intenderebbe smentire i timori sullo smembramento della Cni