Cade passeggiando a Cortina: muore l’alpinista Dallago
foto da Quotidiani locali
Con gli Scoiattoli aveva lasciato il suo segno nella storia di decine di vie alpinistiche, dalle Dolomiti fino al Brasile e alla Nuova Zelanda. Ma il destino, ignaro delle sfide e dei pericoli che aveva affrontato in decenni di attività alpinistica, lo ha aspettato poco lontano dalla sua abitazione, durante una tranquilla passeggiata vicino a casa.
Franz Dallago, 82 anni, guida alpina, Scoiattolo, autore appassionato di libri di montagna, è stato trovato riverso a terra lungo la strada tra Ronco e Cadelverzo, lunedì pomeriggio poco dopo le 17.
Forse un problema cardiaco che gli ha provocato un malore improvviso facendolo cadere a terra: l’alpinista era riverso con del sangue sulla faccia a causa dell’urto con il terreno.
La chiamata al 118 ha fatto mettere subito in moto la macchina dell’emergenza, verso Ronco è partita a tutta velocità l’ambulanza di Cortina, inviata sul posto dalla centrale operativa del Suem di Pieve di Cadore.
Nulla da fare: i tentativi di rianimazione praticati dai sanitari non sono serviti a salvare la vita a Franz Dallago. Il medico non ha potuto far altro che constatare la morte dell’82enne alpinista per trauma accidentale, mentre venivano fatti intervenire anche i carabinieri della compagnia ampezzana.
La notizia della morte di Dallago ha lasciato attoniti quanti a Cortina vivono la montagna, anche se di generazioni diverse.
Franz Dallago si era raccontato al regista Francesco Mansutti per il documentario Rosso 70, l’opera del 2010 dedicata agli Scoiattoli di Cortina, conosciuti ovunque per la loro divisa rossa.
Nell’elenco delle vie e delle imprese alpinistiche che portano la firma degli Scoiattoli di Cortina il nome di Franz Dallago compare per la prima volta nell’ottobre del 1965: campanile De Zordo sulle Tofane, con Armando Menardi e Armando Dallago affronta la parete sud-est.
Da lì la sua attività alpinistica percorre tutti gli anni Settanta, con vie sulle Dolomiti d’Ampezzo ma anche puntate sul Pan di Zucchero in Brasile nel 1974, in Groelandia nel 1978, in Nuova Zelanda nel 1980.
Alla montagna aveva dedicato però anche la sua intensa attività di scrittore, dedicando con Renato Zanolli delle guide ai dintorni di Cortina, ai luoghi della guerra sul fronte dolomitico ma anche, con Sandro Alverà, alle Cinque Torri, la palestra degli Scoiattoli.