Stelle rosse al Primo maggio di Trieste, polemiche post- manifestazione
foto da Quotidiani locali
TRIESTE È polemica la coda della festa dei lavoratori. L’esposizione della bandiera jugoslava e di quella italiana con la stella rossa nel corteo indetto dalla Cgil in occasione del Primo maggio – data che a Trieste coincide con l’entrata dell’esercito di Tito in città – scatena durissime reazioni nel centrodestra locale, che vede i valori di libertà «traditi da effigi che richiamano dittature e soprusi».
«Amareggia» e «delude profondamente» vedere «ancora simboli che richiamano il regime di Tito», scrive in una nota la deputata di Fratelli d’Italia Nicole Matteoni, invitando «tutte le comunità politiche, nessuna esclusa» a «condannare in maniera ferma tali simboli» e «denunciare a gran voce coloro che sentono nostalgia».
Un richiamo che la meloniana indirizza in primis «a tutta la galassia della sinistra triestina» che «dovrebbe comprendere che libertà, lavoro e diritti non sono rappresentati da una stella rossa o – conclude Matteoni – da un bandiera straniera novecentesca, macchiata del sangue della nostra gente».
Bandiere e simboli che, «più che una carnevalata» di «qualche sparuto nostalgico», incarnano «un evidente sfregio ai martiri delle foibe», rincara il capogruppo forzista Alberto Polacco: quanto verificatosi alla sfilata «offende la memoria di questa città» e «mostra una volta di più che il negazionismo va combattuto. Spero – continua l’azzurro – che la sinistra batta un colpo, anche se la totale indifferenza al corteo la dice tutta dell’ipocrisia di chi non vuole, per consenso, condannare esplicitamente questi soggetti», conclude Polacco, riponendo fiducia nel fatto che questi «vengano perseguiti dalle autorità competenti». —
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