L’odissea di una donna vaccinata e guarita dopo il contagio: «Ridatemi il Green pass»
foto da Quotidiani locali
UDINE. Ha tre dosi di vaccino, l’ultima ricevuta già lo scorso 22 novembre, e per Natale se n’è rimasta chiusa in casa, perché risultata comunque positiva al Covid-19.
Eppure, Mara Schaupp, 64 anni, di Udine, figura tra color che son sospesi. La validità del suo Green pass, peraltro rafforzato, era stata revocata, come da prassi, nel momento in cui il Dipartimento di prevenzione dell’AsuFc aveva comunicato la sua positività agli organi di competenza.
Poi, però, malgrado il tampone cui era stata sottoposta il 27 dicembre, a fine quarantena - il contagio le era stato riscontrato il 18, durante un accesso al Pronto soccorso -, avesse attestato la sua negativizzazione, il certificato verde non è stato più sbloccato.
E ora a lei, che spesso adopera i mezzi pubblici per spostarsi, è negato praticamente tutto.
«L’ho scoperto al bar con le amiche – racconta –. Ci eravamo incontrate per farci gli auguri di fine anno e quando il cameriere ci ha chiesto di esibire il Green pass, il mio è risultato ancora non valido».
Ne è seguito un pellegrinaggio da Ponzio a Pilato che, finora, non ha portato soluzione.
«Sembra una barzelletta – continua –. Per prima cosa sono andata in farmacia, da lì al distretto di via Chiusaforte e di nuovo in farmacia: mi avevano confermato di essere a posto con le carte e invitata a scaricarlo una seconda volta.
Non funzionando lo stesso, ho ripetuto il giro e, alla fine, chiamato anche il numero di pubblica utilità 1500.
Dove, dopo due ore di squilli a vuoto, mi sono sentita rispondere che non era un problema di loro competenza».
Tutto vano, insomma, compresi i tentativi del giorno dopo. «Non mi è rimasto che andare dal medico di base, che – racconta –, trovando a sua volta tutto in regola, ha ritenuto di stamparmi la documentazione: i certificati delle tre vaccinazioni e quello attestante la guarigione».
Con quelli in mano, pensavano, non avrebbe potuto esserci contestazione di sorta. «Macché – continua –. Per scrupolo, ho chiamato i carabinieri e loro mi hanno invece detto che, in caso di controllo, senza Green pass, sarei stata comunque sanzionata».
La cronistoria finisce qui. Perché la sua storia, come tante altre simili, specie in questo periodo di “esplosione” delle positività, non ha ancora un epilogo. O meglio, una via d’uscita all’ingorgo.