Sistema sanitario e scuola: 10 mila lavoratori non sono in regola con gli obblighi vaccinali
foto da Quotidiani locali
UDINE. Quasi 10 mila lavoratori del comparto sanitario e di quello scolastico non hanno ancora effettuato le terza dose di vaccino (ma in diversi casi nemmeno la prima), nonostante l’obbligo di legge scattato lo scorso 15 dicembre.
Anzi, anche se la Regione continua a mantenere una serie di posti riservata a queste categorie, risulta che la stragrande maggioranza di chi non ha ottenuto la somministrazione booster non l’ha nemmeno prenotata.
E per quanto la norma imponga la sospensione dal lavoro, come previsto dal Governo, la realtà da una parte dice che i procedimenti sono lunghi e complessi e dall’altra che incide sulla stessa organizzazione lavorativa, tanto in sanità quanto a scuola, considerato il numero in decisa crescita dei contagiati in quei settori.
L’allarme della Regione
Numeri così alti di non vaccinati non se li aspettava nessuno per quanto in questa quota rientri anche una fetta di coloro che sono guariti dal Covid da meno di sei mesi e che, dunque, possiedono già il Green pass rafforzato necessario a lavorare.
«La platea di potenziali interessati alla terza dose (da febbraio quando si allargherà a chi ha ottenuto il richiamo da quattro mesi ndr) – spiega l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi – è di circa 850 mila persone.
Abbiamo prenotazioni in essere per 554 mila iniezioni di cui circa 370 mila già effettuate. Ne mancano, cioè, più o meno 290 mila e, purtroppo, decine di migliaia di queste fanno riferimento a personale sanitario, dipendenti non sanitari impegnati nella salute e mondo della scuola.
Una situazione, in sintesi, che ci mette in difficoltà e che aiuta a spiegare l’aumento considerevole dei casi di contagio tra il personale sanitario».
Le regole per i sanitari
L’obbligo di vaccinazione per i sanitari – così come per il personale della scuola – è stato prevista dal decreto legge che ha introdotto il Green pass rafforzato approvato dal Consiglio dei ministri a fine novembre.
I dipendenti della sanità (medici, infermieri e personale delle Rsa) a partire dal 15 dicembre hanno l’obbligo di effettuare la somministrazione booster successiva al completamento del ciclo primario anti-Covid nel caso in cui rientrino nei tempi (attualmente almeno 5 mesi dopo il richiamo) previsti e comunque entro la data di scadenza del Green pass vaccinale.
Gli Ordini professionali – ed è questa una delle principali novità del decreto legge –, invece, hanno il compito di verificare se il dipendente è in possesso o meno del Green pass rafforzato che attesta l’avvenuta vaccinazione.
Nel caso in cui questo manchi, si avvia il procedimento che può portare alla sospensione senza retribuzione dal lavoro, ma che – tra aperture, richieste di documentazioni, verifiche e impugnazioni – dura diverse settimane.
Per il personale appartenente al ruolo tecnico e a quello amministrativo valgono le stesse disposizioni nazionali con la competenza per la verifica dell’adempimento dell’obbligo vaccinale che spetta però all’Azienda Sanitaria.
Le regole per il mondo della scuola
Il Governo ha deciso che per quanto riguarda il mondo della scuola – e sempre tenendo in considerazione che l’obbligo di vaccinazione si applica anche alle forze dell’ordine – siano interessati dalla stretta praticamente tutti: dai dirigenti agli insegnanti passando per il personale Ata, sia di ruolo sia precario, e indistintamente riferito ai dipendenti a tempo determinato e indeterminato.
Per accedere a scuola, il personale deve dimostrare di aver effettuato la vaccinazione anti-Covid nei tempi previsti anche per la dose booster mentre per i lavoratori esterni è sufficiente il Green pass base.
La verifica è affidata ai dirigenti scolastici, mentre per questi ultimi è a carico dei direttori degli Uffici scolastici regionali.
I contagi negli ospedali
Lunedì 3 gennaio, intanto, per quanto riguarda la pandemia si sono continuati ad accumulare nuovi casi di contagio negli ospedali del Friuli Venezia Giulia.
Nel dettaglio, stando a quanto comunicato dalla Direzione Salute sono state rilevate le seguenti positività: nell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina un assistente sociale, due tecnici, tre infermieri e un operatore socio sanitario.
Nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale quattro tecnici, sette infermieri, quattro medici e un operatore socio sanitario. Nell’Azienda sanitaria Friuli occidentale due infermieri, un medico e un ostetrica.
Nell’Irccs materno infantile Burlo Garofolo un tecnico, due infermieri e un operatore socio sanitario. Una situazione, questa, che conferma il netto cambio di passo nelle infezioni all’interno degli ospedali con quasi 300 positivi accertati tra i dipendenti in appena sei giorni.
Certo, si tratta quasi sempre di semplici contagi e non di casi gravi – grazie al vaccino –, ma è evidente come una diffusione di questo tipo costringa i dirigenti delle Aziende sanitarie ad affrontare il problema di assenze di una fetta non indifferente di personale da impiegare in corsia perchè, appunto, costretta a casa a causa del Covid.