Vaccinazioni anti-Covid al palo, nei frigoriferi 73 mila dosi sono in scadenza a giorni
foto da Quotidiani locali
UDINE. Nella coda della campagna vaccinale contro il Covid, il Friuli Venezia Giulia ha superato i 2,7 milioni di dosi somministrate coprendo tre quarti della popolazione (e l’84,4% delle età vaccinabili).
Ma, in una fase in cui lo zoccolo duro no vax che non cambia idea, l’adesione alla terza dose è drasticamente calata e la quarta non decolla, restano in frigo quasi 400 mila dosi non lontane dalla scadenza.
Il fisiologico rallentamento delle operazioni degli ultimi mesi ha prodotto infatti anche il fenomeno dei vaccini che rischiano di essere inutilizzati.
IL PUNTO
«Accade in tutte le regioni – sottolinea il vicepresidente Riccardo Riccardi –. I nostri appelli si sono ripetuti nel tempo e quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, raggiungendo nelle ultime settimane con il secondo booster gli ospiti delle case di riposo. Ma le giacenze ci sono anche da noi e alcuni vaccini scadono a luglio».
Una novità in merito alla quale «non abbiamo ancora ricevuto indicazioni dal ministero sul da farsi», aggiunge Riccardi. A leggere il report fornito dall’assessore, ci sono 171.294 dosi di Pfizer che scadono il 24 luglio, il 29 luglio e il 31 ottobre. Se ne aggiungono 73.620 di Moderna in scadenza il 4 (e quindi oggi), il 7 e il 10 luglio.
E c’è pure il Pfizer pediatrico: altre 79.000 dosi disponibili in scadenza il 13 luglio, il 30 settembre e il 31 ottobre. Sempre a ottobre scadono 42.378 dosi di Pfizer diluito e già a fine agosto 9.950 di Nuvaxovid e 6.900 di Novovax. Si va a inizio 2023, infine, per le 15.330 di Janssen.
STOP ALLE VACCINAZIONI
La domanda è del resto quasi azzerata nell’attesa di farmaci in grado non solo di contenere le forme gravi della malattia da Sars-CoV-2, ma anche di tenere lontana l’infezione.
«Il tema si riapre – conferma Riccardi –: tutti i segnali dicono che stiamo andando nella direzione di una ripartenza delle vaccinazioni a partire dalla stagione autunnale». Il Fvg ha risposto alla chiamata con numeri importanti, per quanto non tra i migliori d’Italia. I dati di fine giugno del governo mostrano una regione che ha coperto tre quarti della popolazione.
Con la seconda dose, quindi col ciclo completo, è il 74,9% dei residenti, in una classifica guidata da Toscana (80,8%), Sardegna (79,8%), Puglia (79,1%), Liguria e Lombardia (78,8%).
LE DOSI SUCCESSIVE
Una buona risposta è arrivata sulla terza dose, con due abitanti su tre che hanno deciso di farsi somministrare il booster, un paio di punti sotto Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e Toscana. Sulla quarta dose, al contrario, non si è andati oltre l’1,55%, un’adesione non poco ridotta, come del resto in tutta Italia eccezione fatta per il Piemonte, al 6,36%.
Quello che conta, però, come sottolineato da Riccardi, è che tra i 18 mila che sono stati raggiunti dal secondo booster ci sono gli ospiti delle case di riposo. Perché se anche le sottovarianti Omicron contagiano con numeri altissimi, il vaccino protegge dalle forme gravi.
IL PARERE
Secondo l’immunologo della Statale di Milano, Sergio Abrignani, sono state salvate 20 milioni di vite nel mondo e 100-150 mila in Italia. E non è tardi per aggiungere una dose: «La quarta fa aumentare gli anticorpi in modo rapido: dopo otto giorni sono già al massimo. Chi fa previsioni dice che l'ondata avrà il picco fra il 15 e il 30 luglio con 150 mila casi.
Poi però impiegherà tutto agosto per scendere. E due mesi è la protezione offerta dalla quarta dose». I quattro milioni di vaccini in frigo nel Paese, alcuni dei quali vicini alla scadenza? «Io li estenderei dai 60 anni – dice ancora Abrignani –. Potremmo ridurre il numero dei morti».