Siccità, distrutto un terzo dei raccolti di orzo, frumento e riso. Perso il 70% di frutta e verdura
Produzioni agricole in calo ovunque, sos cibo. Danni record per le coltivazioni e gli allevamenti. Senza acqua per i campi un’azienda su dieci rischia la chiusura
ROMA. Agricoltura e allevamento mai così in crisi. Un’azienda su dieci rischia la chiusura per la siccità. Il caldo torrido sta “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite che in alcune zone arrivano al 70% del raccolto, dai peperoni ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere. E' l'allarme lanciato da Coldiretti in relazione all'ultima ondata di alte temperature che investe l'Italia da nord a sud con conseguenze sulle persone ma anche sulle coltivazioni in sofferenza per la grave siccità. In questa situazione drammatica - sottolinea la Coldiretti - più di 1 impresa agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell'attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell'aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea. La morsa del caldo - sottolinea - sta facendo danni a macchia di leopardo lungo la penisola con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti, anche attraverso erba e foglie come barriere naturali. Le scottature da caldo - spiega ancora- danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili.
Senza acqua per i campi
Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Senza acqua per campi è Sos cibo Calate di un terzo le produzioni di orzo, frumento e riso. Una situazione che aggrava l'impatto devastante della siccità e del caldo sulle produzioni nazionali con danni che secondo Coldiretti superano ormai 3 miliardi di euro. «Se i boschi bruciano per gli incendi in tutta Europa, in Italia - evidenzia - nelle campagne si registrano cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all'alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove - dice ancora - si allargano le zone di ''acqua morta'', assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati».
Rincari record
Sui campi - continua la Coldiretti - pesano anche rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari: si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, a cui si aggiungono rincari di oltre il 30% per il vetro, del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l'analisi Coldiretti. «Senza acqua nei campi è impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo». A lanciare l'allarme è la Coldiretti di Pavia, in vista dello stop alle erogazioni per l'agricoltura dai laghi lombardi. «Riconosciamo l'impegno di Regione Lombardia nel gestire una situazione estremamente difficile e complessa su più fronti - afferma in una nota il presidente Stefano Greppi- Ma ora serve un ulteriore sforzo: facciamo appello a tutte le istituzioni interessate affinché si possa trovare una soluzione per evitare la perdita di quanto finora gli agricoltori sono riusciti a salvare nonostante la grave crisi idrica in atto, e scongiurare così ulteriori perdite nei raccolti».
Danni
Nelle campagne secondo la Coldiretti si stimano cali di circa un terzo per le produzioni di orzo, frumento e riso, mentre le perdite per i foraggi si avvicinano ormai al 50%, così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais. Nelle stalle le mucche stanno producendo fino al 20% in meno di latte. «Uno scenario allarmante - conclude Coldiretti - soprattutto se si tiene conto che in Lombardia si producono oltre il 40% del riso made in Italy, il 45% del latte e il 34% di tutto il mais nazionale, ma si allevano anche la metà dei maiali italiani».