Gas, il taglio di Putin
Da domani nuovo dimezzamento delle forniture. Scende al 20% il flusso attraverso Nord Stream dopo l’annuncio il prezzo sale subito del 10%
Dall’inviato a Bruxelles. È bastato il semplice annuncio per far schizzare il prezzo del gas a 176,62 euro per MegaWatt/ora, registrando un aumento su base giornaliera del 10%. Da domani Gazprom ridurrà ulteriormente i flussi di gas attraverso il gasdotto NordStream1, quello che passa attraverso il Mar Baltico e arriva in Germania. Ufficialmente perché è arrivato il momento di effettuare lavori di manutenzione su una seconda turbina, ma secondo il governo tedesco si tratta di un pretesto: «Non c’è alcuna ragione tecnica che giustifichi un nuovo taglio del gas» dicono da Berlino. Uno scenario che render ancor più urgente l’accordo sul piano per il razionamento del metano in discussione al tavolo dei governi Ue e che prevede un taglio del 15% dei consumi: oggi si riuniranno i ministri dell’Energia per cercare di chiudere l’intesa sul nuovo testo, che contiene modifiche significative rispetto a quello proposto la scorsa settimana dalla Commissione europea.
Ieri Gazprom ha fatto sapere che da domani la quantità di gas fornito attraverso il gasdotto che va in Germania scenderà a circa 33 milioni di metri cubi al giorno, vale a dire la metà dei flussi attuali, che già rappresentano il 40% della capacità totale di NordStream1 (167 milioni di metri cubi al giorno). In sostanza, a partire da domani il gasdotto funzionerà solo al 20% della sua portata. La ragione è che la società ha annunciato nuovi lavori di manutenzione su una seconda turbina e che questo si aggiunge al fatto che la prima non è ancora rientrata in funzione.
Dopo esser stata riparata in Canada, la prima turbina era rimasta bloccata per alcune settimane nel Paese nordamericano per via di una diatriba interpretativa sulle sanzioni. Poi – con l’intervento del governo tedesco e i chiarimenti della Commissione europea – la pratica si è sbloccata e il pezzo è arrivato in Germania più di una settimana fa. Attualmente si trova a Colonia, ma a quanto pare Mosca non avrebbe ancora dato il via libera al trasferimento, che dovrà avvenire via Finlandia. «Il trasporto si potrebbe fare immediatamente – ha spiegato la società tedesca Siemens Energy – perché le autorità tedesche hanno fornito tutti i documenti necessari. Ciò che manca, invece, è la documentazione da parte russa. Gazprom ha giustificato l’attesa spiegando che i chiarimenti ottenuti dal Canada circa i possibili rischi legati alle sanzioni non sono sufficienti e che anzi «sollevano ulteriori questioni».
Il risultato è che da domani il NordStream1 funzionerà a un quinto della sua capacità e la Germania vede sempre più vicino il blocco del gas, anche se per ora non farà scattare il terzo livello d’allarme. La Borsa di Francoforte, però, ieri ha chiuso in territorio negativo (-0,33%), unica piazza europea in rosso. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha replicato alle accuse del governo tedesco dicendo che «Gazprom ha sempre tenuto fede agli impegni» e che il calo delle forniture «è colpa delle sanzioni occidentali».