I Balmetti di Borgofranco portano lavoro: sono già 40 gli occupati
Il paese punta sulla montagna che respira: solo 3 località simili in Europa. Se arriveranno i fondi del Pnrr, sarà recuperato il birrificio De Giacomi
BORGOFRANCO D’IVREA . Tra via del Buonumore, vicolo di Bacco e via della Coppa, che ospitano i caratteristici balmit, cantine naturali addossate alle rocce moreniche del massiccio del Mombarone, soffia un vento nuovo, che si unisce all’ora della montagna che respira: quello di uno sviluppo economico eco -sostenibile. Nel volgere di un paio d’anni, da quando il Comune ha pigiato sull’acceleratore della valorizzazione territoriale, i balmit sono diventati un attrattore nel commercio e nel turismo. Ora si contano quattro attività nel settore della ristorazione e della ricettività alberghiera, cinque balmit sono ritornati alla loro funzione originaria di conservazione di vini e formaggi gestiti da piccole produttori, mentre due nuove attività dovrebbero aprire a breve. Il totale degli occupati è al momento una quarantina.
«I balmetti sono la location giusta per questo tipo di attività – dice soddisfatto il sindaco Fausto Francisca –. Una borgata reale, non inventata, pronta ad assumere il ruolo che già nel 2007 era stato individuato in un convegno a Pamplona, atto terminale e conclusivo di un progetto Europeo riguardante il turismo, a cui partecipavano territori greci, italiani e spagnoli». Oggi quel progetto si sta realizzando grazie ad imprenditori locali, alla Regione, alla Città metropolitana di Torino e al Comune di Borgofranco d'Ivrea. La montagna che respira è il motivo ed il punto di partenza che è esclusivo di sole 3 realtà europee, quella dei Balmetti di Borgofranco, con la montagna che respira, quella dei Crotti di Chiavenna, in Lombardia dove respira il sorel e i Crotti di Cama, in Svizzera dove respira il fiarel. «In tutti e tre, dove la temperatura è costante, sono conservati vini del territorio, formaggi, salumi ed anche verdure – racconta Fausto Francisca –.Proprio queste peculiarità fanno dei Balmetti una borgata elettiva per il turismo enogastronomico, favorito anche dalla vicinanza ai caselli autostradali, all’unica stazione ferroviaria aperta tra Ivrea e la Valle d' Aosta, alla intersezione tra la pedemontana (est- ovest) e la statale 26( nord- sud), parallelo all'autostrada che porta alle gallerie del Gran San Bernardo e del Montebianco (ovvero ai collegamenti Genova- Milano- Torino con Ginevra - Lione e Basilea)». «Se nel passato i Balmetti erano solo privati – conclude Francisca - oggi sono diventati di grande interesse pubblico per lo sviluppo di una economia eco- sostenibile. L' enogastronomia ed il turismo lo sono».
E se poi arrivassero i fondi del Pnrr, a cui il Comune si è candidato, insieme a Settimo Vittone con il progetto di rigenerazione urbana “creatività, sfera pubblica e riuso sociale degli spazi. Cultura e coesione sociale alle falde del Mombarone” dal valore complessivo di 8 milioni di euro, le opportunità aumenterebbero. Gli interventi vanno ad interessare aree pubbliche e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di edifici di proprietà comunale con l’obiettivo di una migliore inclusione sociale, riducendo l’emarginazione e le situazioni di degrado. Per Borgofranco si tratta di un interventi di grande respiro: il recupero dell’ex birrificio De Giacomi, che diventerebbe un polo culturale di comunità, con la collaborazione del Formont. L’ex fabbrica della birra, se l’opera sarà finanziata, diventerà di proprietà comunale. Intanto il Comune ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la proprietà. Lydia Massia