Salta la coda e mena: pena da 4mila euro allo schiaffeggiatore
Episodio di prepotenza e maleducazione punito dal giudice con l’applicazione di una pena severa. La vicenda risale al periodo pre Covid, nel giugno del 2019, ma la definizione del processo è delle scorse settimane. Luogo del fatto la sede della Motorizzazione civile a Valdaro. La gente è in paziente attesa del proprio turno, quando una persona scavalca tutti e pretende di presentarsi subito allo sportello dell’operatore.
Si alza un coro di proteste con l’invito a rispettare la coda. Anche l’impiegato rifiuta di riceverlo e gli intima di rispettare la procedura. L’impaziente “scavalcatore” torna sui suoi passi, ma anziché scusarsi, o munirsi del numero di accesso, rifila uno schiaffo a una persona in attesa, che in precedenza l’aveva invitato a mettersi in coda. Non contento, dopo essersi allontanato, l’uomo torna e rifila un secondo ceffone sempre allo stesso malcapitato, ancora più forte tanto da fargli volar via gli occhiali e sanguinare il naso. Le altre persone insorgono a difesa, l’aggressore è allontanato e viene chiamata la polizia.
Nel frattempo l’impiegato della Motorizzazione spulcia tra le carte dell’ufficio, perché ricorda di aver già visto quel viso, e all’arrivo degli agenti consegna loro la fotocopia del documento d’identità del violento. Si tratta di S.H., 36 anni, residente a Revere. Su querela della vittima degli schiaffoni, parte nel marzo 2021 il processo per reiterate percosse e, causa la sospensione delle udienze per il Covid, l’ultimo atto è di ottobre di quest’anno.
Alla richiesta del pubblico ministero di una multa di 700 euro il giudice di pace Davide Carletti decide per il doppio, quindi 1.500, per la “gratuità e pesantezza dell’aggressione perpetrata”. Alla condanna penale seguirà il risarcimento del danno, stabilito al momento con una provvisionale di mille euro in attesa della definizione nel procedimento civile. Lo schiaffeggiatore dovrà pure pagare le spese legali, per altri 1.527 euro. In totale più di 4mila euro, un salasso notevole per un atto inconsulto e senza giustificazioni.
Resta da vedere se l’autore del gesto pagherà il conto alla giustizia e alla vittima.