Il centro destra mantovano si prende la conferenza dell’Asst, il Pd: «È solo arroganza»
Il consiglio di rappresentanza dei sindaci dell’Asst cambia colore e passa in mano al centro destra, frutto dei mutati equilibri dopo l’ultima tornata elettorale amministrativa che lo ha visto prevalere nel Mantovano.
La conferenza dei sindaci, l’organismo di programmazione della sanità sul territorio, ha eletto Giordano Busi, sindaco di Asola, presidente e Nicola Cavatorta, primo cittadino di Viadana, vice presidente; consiglieri sono stati eletti i sindaci di San Giacomo delle Segnate, Giuseppe Brandani e di Roncoferraro, Sergio Rossi, e il vice sindaco di Borgo mantovano, Daniela Besutti, l’unica rappresentante del centro sinistra. Il centro destra ha fatto il pieno con l’elezione del sindaco di Roverbella Mattia Cortesi nel collegio dei sindaci dell’Ats.
Il centro destra ha poi accusato il centro sinistra di non aver partecipato al voto: «I sindaci del centro sinistra anziché cercare una mediazione, hanno imposto l’aut aut: o Palazzi presidente o abbandono dell’aula» affermano in un comunicato i segretari di Lega, Antonio Carra, Fratelli d’Italia, Paola Mancini, Forza Italia, Nicola Sodano e dei civici, Davide Ploia».
La risposta arriva dai 17 sindaci del centro sinistra e civici che hanno partecipato all’assemblea. In un comunicato spiegano quanto è accaduto. «Abbiamo ripetutamente cercato di spiegare come la scelta dei membri della conferenza dovesse seguire logiche territoriali, senza però privare il capoluogo della presidenza, come avviene in tutte le altre province lombarde. Spiace che né i sindaci di centro destra né il presidente della Provincia abbiamo espresso la volontà di cercare un accordo, rifiutando qualsiasi tipo di dialogo. Forti dei numeri in sede di votazione, hanno preferito presentare un elenco di nomi da eleggere, tutti di centrodestra. Da qui nasce la protesta degli altri sindaci di non partecipare al voto se non per l’elezione dei membri del cda».
«Quella del centro destra è solo arroganza» ha reagito la consigliera regionale del Pd, Paola Cortese. Che ha accusato il centro destra di essere venuti meno ad «una prassi consolidata, che ha sempre visto nominati i sindaci del capoluogo per quel ruolo considerato anche il bacino di popolazione che rappresentano». E a proposito di prassi, i dem ricordano che «quando c’era Sodano sindaco fummo noi a proporlo come presidente».
A Cortese replica la collega della Lega Alessandra Cappellari: «La risposta del sindaco Palazzi è stata un secco no alla proposta di collaborazione: pretendeva la presidenza esclusivamente in capo a se stesso. Quella del centro destra non è arroganza, ma la volontà di affrontare il tema in maniera seria e democratica. Ricordo che l’unico requisito del presidente era di essere un sindaco collaborativo capace di confrontarsi, senza pregiudizi e ideologie preconcette, con i territori su temi di interesse sovraccomunale: capacità che il sindaco Palazzi spesso dimostra di non avere».
Interviene anche Palazzi per dire che «il giorno prima dell’assemblea ho comunicato per iscritto al presidente Bottani che non intendevo candidarmi a presidente poiché la destra ha trasformato quella che è sempre stata una composizione istituzionale dell’assemblea in una contesa politica e in una battaglia senza senso contro il capoluogo, cosa mai avvenuta prima».
Anche Antonella Forattini, deputata Pd, denuncia i «giochi di potere» del centro destra e definisce «forte ma necessaria l’azione del Pd». E accusa Bottani di «mancanza di autonomia» e di aver scelto di «sottostare ai diktat delle segreterie».