Cortina: il Comune pensa allo sfratto della scuola Montessori
Scuola Montessori di Cortina: il Comune non solo farà ricorso in appello, ma darà l’incarico ad un legale per ottenere il rilascio dell’immobile. In due parole, per sfrattare i bambini dal centro di Zuel. La determina per l’incarico agli avvocati Gianni Zgagliardich di Trieste e Federico Bressan di Belluno per l’assistenza legale (insieme all’impegno di spesa di 36. 318, 25 da parte del Comune) è di mercoledì, e segue la delibera di giunta del 10 novembre in cui tutti gli assessori si sono detti concordi nel dare mandato al sindaco Lorenzi a sottoscrivere i separati mandati: uno in favore di un legale per il ricorso innanzi la Corte di Appello di Venezia, l’altro per una separata azione di liberazione dell’immobile. Un clamoroso dietro front da parte dell’Amministrazione Lorenzi, che aveva fatto della salvezza della scuola uno dei capisaldi della sua campagna elettorale, con i genitori che avevano finalmente sperato in una soluzione del problema e nella prosecuzione del servizio scolastico di prima infanzia. Non c’è pace insomma per l’associazione “Facciamo un nido”, che gestisce il centro che comprende asilo nido, Casa dei bambini dai 3 ai 6 anni, la scuola primaria parificata bilingue fino agli 11 anni. La battaglia va avanti da oltre cinque anni, e nella passata amministrazione aveva visto la scarsa collaborazione da parte dell’ex sindaco Gianpietro Ghedina nel trovare una soluzione al problema della mancata erogazione dei contributi e alla questione dell’affitto dello stabile sede del centro, di proprietà comunale. La querelle era finita davanti al tribunale di Belluno, risolta con la sentenza a favore di “Facciamo un nido” pubblicata lo scorso luglio. Il giudice aveva riconosciuto la correttezza e la piena legalità delle azioni di “Facciamo un nido” (che il Comune aveva invece contestato, bloccando l’erogazione dei contributi), e aveva obbligato l’Amministrazione a elargire all’associazione 209.821,39 euro (più gli interessi commerciali), pari ai contributi non versati di due anni per la questione relativa alle inadempienze vaccinali. L’unica cosa che non era stata riconosciuta è il comodato gratuito dello stabile; tuttavia il giudice, partendo dal 2015 (in quanto gli anni antecedenti sono prescritti), alla data della sentenza del 13 aprile (depositata il 12 luglio) ha applicato la delibera del 2018 che stabilisce un affitto di 600 euro al mese, cifra che andrà anche oltre, fino all’eventuale rilascio dell’immobile. I genitori che gestiscono la scuola, inoltre, erano stati rinfrancati dal cambio di Amministrazione, con promessa da parte di Gianluca Lorenzi e del suo gruppo – oggi alla guida del Comune – di una soluzione alla querelle. Promessa che tuttavia è andata disattesa: non solo il Comune non ha ancora erogato i soldi dovuti secondo la sentenza di primo grado, ma ha optato per il ricorso in appello, chiedendo la sospensiva del primo grado. La questione non si ferma alla mancata erogazione dei contributi, ma comprende la questione dell’affitto dello stabile. Al momento l’associazione lo sta occupando “sine titulo”, in attesa di un contratto di locazione come stabilito dal giudice (euro 600 al mese) oppure, ancora meglio, del bando di assegnazione che era stato promesso ancora dall’ex sindaco Ghedina, ma che non è ancora stato fatto. Ciò che invece va avanti, sono le battaglie legali tra Comune e “Facciamo un nido”.