Mense scolastiche, i costi aumentano del 10 per cento: il servizio costerà 300 mila euro in più
UDINE. Aumenta il costo del servizio mense. Nel nuovo bando che il Comune di Udine spera di poter pubblicare prima della fine dell’anno, gli uffici di Palazzo D’Aronco hanno stimato un incremento di circa 300 mila euro a fronte di una spesa complessiva di quasi 3 milioni.
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Un più 10% che sta mettendo in difficoltà il Comune. «Stiamo cercando di tagliare ulteriormente le spese in modo tale da far quadrare i conti, impresa sempre più complicata a causa delle maxi bollette di luce e gas - ha spiegato il sindaco Pietro Fontanini al termine della riunione di giunta di martedì 29 novembre -. In particolare, l’ultimo contratto per la fornitura del gas ci ha penalizzato perché è stato sottoscritto quando il prezzo era molto più alto e siamo vincolati fino alla fine dell’anno. Da gennaio la situazione dovrebbe migliorare.
L’obiettivo che ci siamo dati è quello di non chiedere sforzi alle famiglie, ma per quanto riguarda le mense sarà difficile non ritoccare le tariffe. Siamo riusciti, non senza difficoltà, a mantenere invariate tutte le altre tariffe per i servizi individuali anche perché abbiamo un bilancio sano, ma nonostante questo redigere il bilancio di previsione non è stato semplice.
Abbiamo adottato diversi accorgimenti per contenere le spese e ridurre i consumi. Anche per le luminarie abbiamo ridotto il budget, ma grazie al contributo dei privati in città si respira un clima natalizio e la stella cometa in piazza Libertà è molto bella».
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Per quanto concerne il servizio delle mense scolastiche, per il 2023 era prevista una spesa di 2 milioni e 650 mila euro, ma in agosto la giunta ha stanziato ulteriori 300 mila euro. Nonostante ciò, nel nuovo bando, tenendo in considerazione i prezzi adottati anche a Trieste e Pordenone e dalla Centrale unica di committenza della regione, gli uffici hanno stimato un ulteriore aumento di circa 300 mila euro per far fronte all’impennata dei prezzi delle materie prime e ai costi dell’energia.
«Non sappiamo ancora di quanto, ma saremo costretti a ritoccare il costo dei singoli pasti - annuncia Fontanini -. Anche le ditte che forniscono i pasti attualmente hanno richiesto un adeguamento».
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Al momento, per le scuole dell’infanzia, il costo giornaliero di merenda e pranzo varia dai 4,65 euro per i residenti frequentanti le sezioni staccate della “Forte”, fino ai 6 euro per i non residenti in quelle scuole dove le associazioni di volontariato dei genitori si occupano della fornitura delle derrate alimentari.
Per quei bambini che optano per la sola merenda, il costo è di 0,80 euro per i residenti, di 1,40 euro per i non residenti. Per le scuole primarie e secondarie di primo grado, per i residenti si va dai 4,45 euro per i pasti di tipologia C (le monoporzioni termosigillate) ai 5,40 euro per i pasti di tipologia A (cucinati tra le mura scolastiche), per i non residenti si arriva fino ai 6,20 euro.
Le famiglie hanno la possibilità di usufruire di una serie di riduzioni, che possono arrivare fino al 70% del costo del buono pasto per chi ha un Isee inferiore ai 3 mila euro scendendo fino al 6% per un Isee compreso tra i 16 mila e i 20 mila euro.
Un ulteriore bonus del 10% viene concesso a quelle famiglie che hanno due o più fratelli iscritti al servizio. Chi decide di pagare in anticipo tramite un abbonamento annuale ha uno sconto tra il 15 e il 20%.