Mikele resta grave, la disperazione del padre dopo l’incidente: «Non dovevo prestargli l’auto»
PRAVISDOMINI. «Non dovevo prestargli la macchina, la colpa è mia». Non si dà pace Nesret Tatani, il padre di Mikele, il 19enne di Frattina che sta lottando per la vita all’ospedale di Treviso, dove è ricoverato da domenica scorsa, a seguito dello schianto con la sua Bmw420, nella quale viaggiavano due ragazze che hanno perduto la vita (Barbara Brotto 17 anni e la fidanzata Eralda Spahillari) e un 18enne di Motta di Livenza, ricoverato invece all’Angelo di Mestre.
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Tatani ha subìto un lungo intervento chirurgico, dopo le gravi ferite, e proprio mentre il 19enne sta lottando per sopravvivere, papà Nesret è stato preso in giro sui social, da uno sconosciuto: «Ciao, avresti mica una Bmw da prestarmi».
Uno sfregio che Tatami padre non merita, anche perché le regole attuali (su cui si può discutere) stabiliscono che Mikele poteva guidare quella vettura.
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Sui profili social di Nestret e della moglie ci sono i ritratti di persone molto perbene, che lavorano sodo e che si sono trasferiti a Frattina di Pravisdomini dopo anni di sacrifici in Italia.
Poco più di un anno e mezzo fa abitavano ancora in via Cao De Sora, nel territorio comunale di Annone Veneto. La villetta che hanno edificato è situata alle spalle della chiesa di Frattina. «Quello che sta succedendo in questi giorni è incredibile – dice Davide Andretta, il sindaco di Pravisdomini –, rinnovo le condoglianze alle famiglie delle vittime e anche l’incoraggiamento a Mikele e all’altro ragazzo ferito, che so essere un 18enne di Motta di Livenza. Condivido la speranza mia e dei concittadini».
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Il primo cittadino, che solo pochi mesi fa dovette piangere con la comunità un’altra giovane perdita – quella di Faier Benedini, il 18enne di Frattina mancato mentre stava recandosi al lavoro per la manutenzione di un condizionatore in un albergo di Cavallino Treporti – medita di andare in visita alla famiglia di Mikele.
In via Maldifassi è un via vai di gente. Non trapela nulla. Da Treviso e dalla vicina Annone Veneto invece filtrano notizie sull’intervento cui Mikele è stato sottoposto. Si temono conseguenze permanenti, anche perché fin da piccolo Tatani conviveva con problemi alla schiena, gli stessi che gli hanno impedito di proseguire nella carriera calcistica. «I medici però non ci dicono nulla – hanno detto le cugine di Mikele – sugli sviluppi di carattere giudiziario non abbiamo invece nulla da dire».
Gli stessi parenti non permettono, poi, agli estranei, di entrare in contatto con Nesret e Lori. I genitori e la sorellina di Mikele, riparati dalle mura della loro casa nuova, restano al riparo dagli occhi più indiscreti. —
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