Referti online, si cercano soluzioni ma c’è già chi minaccia lo sciopero
Il caso dei documenti inaccessibili per i medici di famiglia. Picerna (Snami): «Responsabilità della Regione, il problema va risolto, altrimenti pronti alla protesta»
TRIESTE. Nessuna convocazione, per ora, dei rappresentanti sindacali dei medici di medicina generale da parte della Direzione centrale Salute della Regione, chiesta dai camici bianchi per avere soluzioni ai problemi riscontrati da lunedì nella consultazione dei referti dei propri assistiti, relativi a ricoveri ospedalieri e accessi al Pronto soccorso. Problemi che da sei giorni vanno avanti tra malumori e proteste, con i professionisti che rinnovano, seppure con toni diversi tra una sigla e l’altra, una risposta rapida da parte della Regione, fino a ipotizzare - lo fa lo Snami, per voce del segretario triestino Matteo Picerna - la proclamazione dello stato di agitazione e lo sciopero «nel caso in cui non venissimo convocati, non venisse trovata una soluzione e noi medici di famiglia non potessimo più garantire la continuità delle cure in modo adeguato ai nostri assistiti».
Lo Snami, come fatto anche dalla Fimmg, in questi giorni ha inviato una Pec alla Direzione centrale Salute e ad Asugi per chiedere delucidazioni sulla disabilitazione della voce di menu “referti” sul Sistema continuità della cura (il portale informatico dal quale, fino a pochi giorni fa, i medici di famiglia potevano entrare e vedere i referti relativi a esami effettuati nelle strutture ospedaliere pubbliche). «La direttrice della direzione Salute, Gianna Zamaro, mi ha garantito che la prossima settimana affronteremo il tema - evidenzia Picerna - e ci aspettiamo che sia così, ma per ora non abbiamo ricevuto la convocazione, quindi attendiamo».
Anche Lorenzo Cociani, segretario regionale dello Smi, sottolinea che «dopo quanto emerso ci saremmo attesi una convocazione da parte della Regione per cercare una soluzione al problema». Fernando Agrusti, alla guida della Fimmg regionale, parla di un «possibile confronto sul tema giovedì prossimo, in occasione di un incontro con la Regione». Agrusti nel frattempo ha avuto un incontro con il vicegovernatore e assessore alla Salute Riccardo Riccardi: «è stato un incontro interlocutorio e propositivo - precisa Agrusti -. L’assessore si è detto disposto a lavorare per individuare una soluzione tecnica alle criticità. Per noi è essenziale trovare un punto di equilibrio tra il rispetto delle norme sulla privacy e la possibilità per noi di curare i nostri pazienti nel miglior modo possibile. Da Riccardi ho avuto rassicurazione sul fatto che si stanno effettuando le opportune verifiche. Non sono un esperto di privacy, ma credo basterebbe una nuova modulistica per il consenso informato per risolvere la vicenda, ma staremo a vedere». Dal canto suo Riccardo Riccardi ha risposto che «stiamo lavorando» e quando ci saranno novità verranno rese note.
Nel frattempo però, come detto, i problemi continuano: «è una questione di tutela della salute dei pazienti e anche di costi - spiega Picerna -. Faccio un esempio: un mio paziente accede al Pronto soccorso, dove viene sottoposto a esami e visite specialistiche, e torna a casa con la lettera di dimissioni; può succedere che, dopo le dimissioni, qualche disturbo persista e il paziente torni da me. Ebbene, fino a lunedì io potevo vedere i referti, ora no, quindi se devo prescrivere ulteriori esami o analisi del sangue, ad esempio, devo farlo alla cieca, magari prescrivendo analisi già fatte in ospedale, inutilmente. Mi sembra davvero grottesco».
E dopo le precisazioni del Garante della privacy, che ha declinato ogni responsabilità, il segretario provinciale di Snami sottolinea che «chiediamo risposte alla Regione perché la responsabilità è della Regione. Bisogna trovare un equilibrio tra rispetto della riservatezza dei dati e il nostro diritto di essere messi nelle condizioni di assistere i cittadini».