Fiorella Borin vince il concorso letterario per gli 800 anni del Bo
Premiati oggi, venerdì 31 marzo, nell’Aula Magna del Bo i vincitori del concorso “Libera le tue parole. Scritti al Bo 800”, il concorso letterario organizzato dalla casa editrice Cleup e Università di Padova sotto l’egida dei festeggiamenti degli 800 anni dell’Ateneo.
La Giuria, presieduta dal prof Fabio Magro, docente di Letteratura italiana contemporanea del Dipartimento di Studi linguistici e letterari, e composta da Barbara Codogno, Saveria Chemotti, Francesco Chiamulera e Carla Menaldo, ha selezionato tra i 76 racconti pervenuti la terna vincitrice e i 21 racconti che trovano pubblicazione nella raccolta edita da Cleup.
Primo Classificato: “Il dolore degli altri”, di Fiorella Borin (laureata in Psicologia) perché «con una scrittura limpida ed efficace, che rimane aderente alla crudezza del racconto anche se qua e là si accende di toni più lirici, “Il dolore degli altri” ricostruisce e reinventa insieme un episodio cruciale della vita di Egidio Meneghetti, già direttore dell’Istituto di farmacologia dell’Università di Padova e rettore dell’Ateneo patavino dal 1945 al 1947. Precoce antifascista, pagò con aspre torture e con la reclusione nel campo di concentramento di Bolzano la sua attività clandestina in favore della libertà e della democrazia. L’incontro tra il professore ferito e umiliato nel corpo ma non nello spirito e il giovane soldato, sperduto davanti al “dolore degli altri”, si risolve in una lezione di alta umanità e di grande valore pedagogico.
Il racconto è premiato per aver saputo dare forma con uno stile asciutto e diretto, senza infingimenti ma anche senza cedere alla retorica, a un’idea di libertà che nasce in un momento drammatico della nostra storia ma chiede ancora oggi di essere fonte di impegno e di speranza per un futuro più giusto e libero.»
Secondo classificato: “Penny”, di Emma Donati (Studentessa di Scienze sociologiche). Questa la motivazione: «Siamo tutti attraversati dalla sensazione che gli animali ci guardino e ci parlino giudicandoci meno benevolmente di quanto noi stessi facciamo: e su questa impressione gioca con garbo l’autrice. L’ottica ristretta e straniante è infatti quella di un piccolo canarino chiuso nella gabbietta di un soggiorno borghese e della sua piccola padroncina diventata ormai giovane ed esuberante ragazza. È una prospettiva rovesciata quella su cui si costruisce il racconto di una duplice liberazione, insieme concreta (dell’uccellino dalla vita in cattività e della ragazzina da un’educazione oppressiva e molesta) e metaforica (dello spirito vitale che entrambi, canarino e ragazza, incarnano). L’adozione di uno stile sobrio ma svelto e scattante, che rende bene gli scambi dialogici e gli inserti monologanti dell’uccellino, riesce convincente. Il racconto è dunque premiato per l’originale trama narrativa e per la scrittura che conferisce una tonalità di apologo alla dialettica uomo-animale.»
Terzo classificato ex aequo: “Italian Graffiti”, di Marco Milan (Giornalista, Ufficio Stampa Università). «La fuga da una propria azione sbagliata, la paura e l’incertezza, il pericolo di essere messi di fronte alle proprie responsabilità, e infine la liberazione ai propri tormenti interiori grazie alla storia illustre, che è maestra di vita anche nei momenti più improbabili: l’Italia delle lotte operaie, delle proteste, del terrorismo, trova rappresentazione in questo racconto attraverso un episodio minimo ma di sicura efficacia. Siamo ancora a Padova, nei pressi dell’Ateneo, vero fulcro della storia cittadina e dell’educazione civile di tante generazioni. Un luogo in cui evidentemente si concentrano le tensioni collettive ma un luogo anche in cui le stesse tensioni possono trovare una composizione in valori più alti e condivisi. Il racconto si distingue per aver saputo narrare l’episodio con sobrietà e persino leggerezza, valorizzando uno stile implicito che non indulge a facili cadute retoriche» si legge nella motivazione.
Terzo classificato ex aequo: “Entelechia”, di Francesca Puliga (Master II livello, Scuola di Psicologia) con questa motivazione: «La storia di una giovane donna con un lutto lontano e potente mai del tutto superato, e con un destino comunque tragico davanti a sé, viene restituita con intensità e con una visione multiprospettica: il passaggio dalla focalizzazione zero o in terza persona alla focalizzazione interna o in prima persona non solo risponde a una apprezzabile ed efficace strategia narrativa ma consente di attraversare e vivere da più punti di vista, dall’esterno e dall’interno, il dramma di questa fragile esistenza, che sa aggiustare tutto tranne sé stessa. Il testo è premiato per aver saputo raccontare, con maturità linguistica ed efficace resa narrativa, la storia di un trauma che non è a lieto fine e che proprio per questo ci ricorda – in negativo – come prendersi cura di una vita ferita, e salvarla dalla solitudine e dal dolore, equivalga a un’azione di libertà magari silenziosa e puntuale ma di grande, anzi indicibile, valore etico e morale».
Alla Premiazione era presente il prof Ambrogio Fassina, presidente Cleup, ed è stato presentato il volume fresco di stampa edito da Cleup “Libera le tue parole. Scritti al bo 800”.