Belluno. Dito medio di Vignato contro Roccon in consiglio comunale
Battibecco per tutto il consiglio comunale ma dopo quattro ore la situazione precipita. L’assessore ora vuole le scuse
Un assessore mandato pubblicamente a quel paese, con un dito medio alzato in aula consiliare. Sono da poco passate le 19 quando a Palazzo Rosso si scatena la bagarre. L’assessore Franco Roccon si alza in piedi per rispondere alla prima interpellanza dei consiglieri di Belluno D+. «Prima di iniziare chiederei al consigliere Vignato di esprimere le sue scuse per quanto detto nei miei confronti in quest’aula». Giuseppe Vignato per tutta risposta dalla balaustra alza il dito medio verso l’assessore. Lo conferma lui stesso, telefonicamente a fine seduta. «Ma sono stato provocato», si difende.
Non è la prima volta che Vignato perde la pazienza in maniera così plateale. Lo aveva fatto negli ultimi mesi da amministratore unico di Bim Gsp, in un’assemblea con il comitato istituzionale del consiglio di Bacino, in un momento in cui i rapporti con i sindaci erano molto tesi.
Il gesto di ieri a Palazzo Rosso parrebbe avere la sua origine a inizio seduta. Nel suo primo intervento, Vignato ha accusato la giunta di aumentare tasse e tariffe. Roccon ha fatto una smorfia. «E mi ha detto “Ma va”», ricorda Vignato. Che a microfono dichiara: «Roccon, non faccia lo spiritoso, lei vive di sottopolitica. Non faccia commenti gratuiti». L’assessore lascia correre.
Nel dibattito, poi, il consigliere Bortoluzzi dichiara: «Che faccia la morale sugli aumenti proprio Vignato...», con un chiaro riferimento a quanto successo con le bollette dell’acqua. E Massaro a precisare che quell’aumento fu fatto per coprire un debito dovuto anche ai mancati adeguamenti tariffari e la cui responsabilità (del debito) non era certo di Vignato.
Il clima, quindi, non era così sereno in aula. E sarebbe sfociato, dichiarano lo stesso Roccon e i consiglieri di maggioranza, in almeno un paio di insulti rivolti da Vignato all’assessore. I consiglieri di maggioranza dicono di aver sentito distintamente dai loro banchi la parola “str...”. Vignato nega categoricamente di aver detto alcunché a Roccon. O qualcuno non la racconta giusta, o magari c’è stato un clamoroso fraintendimento.
Per gli insulti Roccon ha chiesto le scuse pubbliche. Ha ricevuto un dito medio. «In questo consiglio, in cui siedo dal 1990 con una pausa di alcuni anni, non si è mai visto nulla di simile», commenta Roccon. «Dare dello str... e mandare a quel paese un assessore in consiglio comunale è un gesto che non può passare nel silenzio. Ne va della rispettabilità del consiglio e della giunta, al di là di chi siede sugli scranni».
Vignato si difende, dice di non aver insultato Roccon e di aver alzato il dito medio «perché provocato. Mi sono sentito sbeffeggiato nel mio primo intervento. E il presidente Bassi non è stato imparziale». Il presidente del consiglio è subito intervenuto, dopo il gesto di Vignato, invitandolo a scusarsi: «Gesti squallidi e volgari non li tollero in quest’aula». Vignato non si è scusato, lo ha fatto poco dopo Mirco Costa, che di Valore Comune è capogruppo. «Pur non avendo capito bene cosa è successo, mi scuso con l’assessore e tutto il consiglio», ha detto Costa.