Riqualificazione dell’ex Fiera di Trieste, ecco cosa manca al piano attuativo
TRIESTE Avanti per forza, ma con perplessità. La riqualificazione dell’ex Fiera deve procedere perché il progetto è troppo importante per non coltivarlo, caratterizzerà un’area rilevante della città, mobilita investimenti cospicui ma sul Piano attuativo (Pac) - presentato da Francesco Morena e Alberto Novarin professionisti incaricati dalla Mid di Walter Mosser - restano punti da chiarire e da approfondire su cui gli uffici dell’Urbanistica comunale chiederanno integrazioni e prescrizioni.
Le valutazioni dell’assessore Michele Babuder e del direttore del servizio Eddi Dalla Betta sono concordanti: va bè essere collaborativi, però non con l’anello al naso. Quando si parla di oneri di urbanizzazione, di scale di collegamento, di semafori, di utilizzo dei parcheggi, di coerenza tra elaborati e tavolare - dicono Babuder & Dalla Betta - non si discetta di argomenti irrilevanti, ma di temi che è bene sviscerare a tempo debito per evitare di doverne discutere a cantieri avviati o ultimati.
La prossima data
Per questo sarà determinante la conferenza dei servizi convocata per lunedì 15 aprile con la partecipazione di Regione, Arpa, Soprintendenza, Acegas, Hera ecc. Non sarà ancora l’appuntamento «decisorio», ma rappresenterà un’occasione-chiave per censire con precisione quanto manca a finire la fase preparatoria per finalmente transitare, dopo sette anni di attesa, alla progettazione esecutiva. Morena e Novarin saranno presenti al confronto.
Queste riflessioni politico/tecniche sono emerse ieri dopo che Della Betta ha coordinato una raccolta di pareri “intra-municipale” alla quale hanno contribuito strade-infrastrutture, ambiente, immobiliare, ovvero tutti i servizi in prima linea sul dossier ex Fiera. E qui che Dalla Betta ha rilevato come le 28 pagine di “compiti” mandati ben un anno fa dal Comune ai progettisti, affinché gli elaborati accogliessero le evidenze manifestate dagli uffici, non erano state del tutto recepite.
Cosa manca
Ecco alcuni esempi, già elencati in precedenza, soprattutto in ordine ai rapporti tra il privato carinziano e il Municipio: la futura scala di via Settefontane va disegnata, il sistema semaforico va progettato, le modalità di accesso ai parcheggi da parte dei residenti in zona vanno normate, l’utilizzo dell’ascensore necessita di essere codificato. Dalla Betta ritiene che in alcuni casi basteranno prescrizioni da inserire nella progettazione esecutiva per non perdere altri mesi preziosi, in altre situazioni saranno indispensabili integrazioni da apportare agli elaborati.
Difficile dire quanto tempo servirà, anche perché bisogna vedere gli altri enti cosa avranno da dire il 15 aprile. Certo, fin quando la conferenza dei servizi non licenzierà l’opera del binomio Morena-Novarin, il Piano attuativo non procederà, quindi non approderà in Consiglio comunale, dunque non partirà il primo stadio dei lavori, ovvero la demolizione degli edifici.
Per questo Babuder e Dalla Betta, sottolineando con energia la disponibilità mostrata dagli uffici verso l’operazione ex Fiera, auspicano dai progettisti altrettanta disponibilità.