Duplice omicidio di Refrontolo, ergastolo a Sergio Papa: «Sono innocente, voglio la revisione»
Sergio Papa, il 41enne di Refrontolo condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dei coniugi Nicolasi, vuole chiedere la revisione del suo processo.
Dopo che i giudici della Suprema Corte, nel giugno del 2022, hanno confermato la pena dell’ergastolo inflitta nei primi due gradi di giudizio, Papa non s’è perso d’animo ed è in cerca di un legale che sposi la sua causa e chieda la revisione del processo alla Corte d’Appello di Trento.
Nonostante tre pronunce univoche, in altrettanti gradi di giudizio, Papa continua a proclamarsi innocente dal carcere di Santa Bona, dove si trova attualmente rinchiuso per scontare la sentenza.
Il delitto
Il delitto dei coniugi Nicolasi, Loris e Annamaria, si consumò la mattina del primo marzo 2018. Molto probabilmente avvenne tra le 7 e le 8 di mattina. Un orario compatibile con una serie di testimonianze.
Dopo le 5.30, ora in cui Katiuscia, la figlia dei coniugi ammazzati, lasciò la casa di via Marzolle a Rolle per andare al lavoro e prima delle 10.30 quando la panettiera del paese, Luigia Collantin, lasciò sul cancello di casa il sacchetto del pane dopo non aver ricevuto risposta al suono del clacson.
Perché proprio tra le 7 e le 8? Gli investigatori lo desunsero dal fatto che Annamaria Niola era una donna abitudinaria. Era proprio in quella fascia oraria che Annamaria uscì di casa per andare a dare da mangiare alle galline.
Non a caso la ciotola con il mangime all’interno fu trovata rovesciata accanto al cadavere della povera donna, come se l’assassino l’avesse colta di sorpresa mentre dava da mangiare alle galline.
Papa, secondo la ricostruzione degli investigatori, ammazzò, con due o tre fendenti di roncola Annamaria Niola e poi, successivamente, uccise il marito sull’aia.
La ricostruzione degli investigatori
Loris, probabilmente attirato dalle grida della moglie, accorse in aiuto di Annamaria ma fu sorpreso da Papa e colpito violentemente con una decina di colpi di roncola all’addome e alla gola.
Loris si difese dal suo assassino e forse riuscì a trattenerlo. Per questo motivo, l’assassino tentò di dare fuoco al cadavere per timore di aver lasciato tracce biologiche sul corpo di Nicolasi.
Ma alcuni frammenti di pelle di Papa furono trovati sotto un’unghia della mano destra di Annamaria. E quella era stata considerata la prova regina della colpevolezza del 41enne di Refrontolo.
Non solo. Ad incastrare Papa era stata anche la ricostruzione dei movimenti dell’uomo tra il 28 febbraio e il primo marzo grazie ai tabulati telefonici.
Altro elemento forte dell’accusa, la testimonianza di Charaf Bilali che disse di avere raccolto una vera e propria confessione da parte di Papa, mentre i due si trovavano in hotel di Monfalcone per dei lavori. Una confessione in lacrime di Papa del duplice delitto, dopo che quest’ultimo aveva visto il tg di Telepordedone che parlava del caso di Cison.