Scendono i prezzi delle case in vendita. Crolla Marghera, resiste Mestre centro
Il prezzo delle case in vendita (in ottimo stato o da ristrutturare, nuovo escluso) si è abbassato in tutto il territorio veneziano. Come si evince dai dati dell’Osservatorio immobiliare dell'agenzia del territorio elaborati da Adico, dal centro storico a Mestre, il segno meno, negli ultimi dieci anni, è ovunque. E ci sono aree, come Marghera e Zelarino, dove si viaggia a doppia cifra.
Mestre è divisa con la cesoia: da piazza Ferretto a Carpenedo le abitazioni “usate” valgono di più, avvicinandosi alla stazione, è un climax decrescente. Nella zona di Mestre semicentrale, si trova a 1.300 al metro quadro, a Marghera si arriva a 1.100. Rischio? Chi vuole fare il business compera, fa qualche lavoro e poi affitta a turisti e mette, dunque, a reddito.
In centro storico le aree più “care” sono San Polo dove una abitazione in stato normale viene 4.500 al metro quadro e in ottimo stato 5.200, e San Marco: una casa in ottimo stato sfiora i 6 mila euro.
Non è stupita Lorenza Lavini, specializzata in ristrutturazioni con studio in via Einaudi: «Il calo dei prezzi è dovuto al patrimonio vecchio. Chi può acquista il nuovo, che anche a Mestre arriva a prezzi molto alti, addirittura a 6-7 mila al metro quadro. Ma nella situazione comune che prevede il restauro i prezzi calano drasticamente, perché la richiesta economicamente non ha forza per sostenere i costi. Se chiedi 100 e ti offrono 70, se vuoi vendere accetti e quello diventa il prezzo di mercato».
La nuova direttiva europea che prevede case “green” entro il 2028? «Il problema di fondo è che nelle altre nazioni si demoliscono interi quartieri per ricostruire da zero. Da noi è difficile anche solo pensare la demolizione di un condominio. Un efficientamento come quello richiesto lo fai nel momento in cui demolisci e ricostruisci. Ritengo che ci sia stata la spinta di quei Paesi con una mentalità diversa. Noi acquistiamo casa e ci viviamo per sempre, non siamo quelli che ogni 5 anni traslocano».
Ad intervenire il presidente Ance, Giovanni Salmistrari: «Il segno meno significa che le case sono vecchie. A Venezia spaventa il costo del restauro che frena gli investimenti, le persone sono restie a mettere le mani nelle abitazioni. Un altro motivo è il costo del denaro: continua a non esserci ribasso sui tassi di sconto, per cui i tassi medi delle banche sono alti e frenano chi ha necessità di fare un muto».
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Precisa: «Altro aspetto da segnare è la nuova direttiva europea. A Venezia le classi sono tutte tra F e D, dunque saranno fuori regola. Vero che ogni Stato avrà la possibilità di determinare regole proprie, ma è altrettanto vero che le banche sono restie a mettere soldi in una abitazione non a norma con le direttive europee. E potrà accadere che le case che non raggiungono categorie ottimali avranno un mutuo penalizzante. Poi ci si ci si aggiunge il problema dell’isolamento e del divieto di utilizzo di fonti fossili per il riscaldamento». Dunque si vende e parecchio, ma a meno: «Il fermento di acquisto c’è. Ripeto, a Venezia centro storico la normativa europea creerà grosse problematiche per l’impossibilità di raggiungere le categorie richieste e il valore dell’immobile scenderà ancora». Mestre? «Non si è mai tolta l’etichetta di città dormitorio».