Coldiretti al Vinitaly, degustazione vetrina per le cantine “under 40”
foto da Quotidiani locali
Verona. Sempre più giovani a capo delle aziende vitivinicole. Sono oltre duecento in Lombardia, secondo un’analisi di Coldiretti, su dati del Registro imprese, le cantine guidate da under 35. I vignaioli della generazione Z sono stati protagonisti ieri, a Casa Coldiretti, di una degustazione guidata dei loro vini.
Linea verde
A rappresentare l’Oltrepo Pavese c’era Davide Delmonte, 26 anni, che gestisce con il fratello Marco l’azienda agricola di famiglia “Il Poggiolo” di Montù Beccaria. «Fin da piccolo ho sempre seguito mio padre in cantina, poi ho iniziato a dare una mano in maniera attiva nel 2018, subito dopo la laurea in Viticoltura ed enologia a Piacenza – racconta -. Nella produzione dei vini, cerco di unire la tradizione di un’azienda da quattro generazioni all’innovazione e ad una visione più moderna e giovanile. L’Oltrepo è in rampa di lancio e credo che abbia tutti i presupposti, a partire dal rapporto qualità-prezzo dei vini, per fare il salto».
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Prima volta con il loro stand a Vinitaly per due piccole aziende del territorio, grazie anche al sostegno della Camera di commercio. Luca Gatti, 33 anni, gestisce l’azienda “Canaven” di Colli Verdi, una ventina di ettari, che producono una linea biologica: Riesling italico macerato, un ancestrale rifermentato in bottiglia, un Pinot noir, una Uva rara in purezza ed è in lavorazione un Metodo Classico.
«L’azienda è nata nel 2013 e inizialmente conferiva l’uva alle cantine sociali – sottolinea -. Poi, per passione, abbiamo deciso 7-8 anni fa di allestire la cantina e vinificare. Vinitaly è una bellissima esperienza tra i giganti del vino, un luogo di confronto con chi ha più esperienza e può dare consigli importanti. È ora che l’Oltrepo rialzi la testa, perchè l’Italia e il mondo si accorgano di noi. È assurdo che sia gente che ancora non ci conosce, ci sono un sacco di produttori che lavorano bene e spero anche io, nel mio piccolo, di dare una mano».
“Cantina Taia” di Montecalvo Versiggia ha iniziato a vinificare nel 2022 una parte delle uve che prima conferiva: a guidarla è Stefania Scarabelli, 42 anni, una carriera da tecnica veterinaria, anche all’estero, poi il ritorno in Oltrepo per la passione per il vino: «Ho frequentato un corso di enologia e viticoltura e lì ho incontrato quello che è ora il mio enologo e da lì è partito tutto» dice. L’azienda ha 15 ettari in alta valle Versa, produce un Pinot nero rosato, un Riesling renano in purezza, un blend di Barbera e Pinot nero, in futuro arriveranno un Pinot nero Riserva e uno spumante 100% Pinot nero. «L’anno scorso ho portato a Vinitaly solo alcuni campioni, mentre ora sono qui con il mio stand – aggiunge -. L’Oltrepo è un territorio sottostimato, c’è chi sta lavorando per farlo crescere, ma rispetto ad altre zone, che hanno meno potenzialità, ci conoscono ancora in pochi». Convinta della svolta in Oltrepo è Flavia Marazzi, che, a dispetto dei suoi 25 anni, è già una delle produttrici più affermate del panorama enologico, alla quarta generazione dell’azienda agricola Scuropasso di Pietra de’ Giorgi: «Ho molta fiducia nelle nuove generazioni – afferma – Abbiamo capito che la strada giusta per far emergere l’Oltrepo è fare squadra, aiutarsi l’un l’altro e lavorare per la massima qualità, per dare al territorio la svolta». —
O.M.