Stagione lirica, Cenerentola all’opera
Al Verdi di Trieste ritorna dal 26 aprile al 5 maggio il capolavoro di Rossini disegnato da Emanuele Luzzati nel 1978
TRIESTE. «La Cenerentola di Rossini rappresenta una delle espressioni più alte del repertorio operistico nel genere dell’opera buffa e costituisce un punto nodale nello sviluppo compositivo del grande pesarese». Così ha dichiarato il maestro concertatore e direttore Enrico Calesso parlando di “Cenerentola” alla conferenza stampa di presentazione tenutasi al Ridotto del Teatro Verdi, presenti anche il sovrintendente Giuliano Polo, il direttore artistico Paolo Rodda, i registi Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi nonché Oscar Cecchi degli Amici della Lirica G.Viozzi e il baritono Giorgio Caoduro interprete di Dandini, moderatrice Marina Nocilla. Il capolavoro rossiniano andrà in scena al Teatro Verdi dal 26 aprile al 5 maggio nell’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova e sarà trasmessa in differita su RaiRadio3.
Luzzati grandissimo scenografo
«Tutto il progetto di questo spettacolo si deve a quel grandissimo scenografo e illustratore che è stato Lele Luzzati – ha spiegato Piero Maranghi – che ha disegnato bozzetti scene e costumi per questo spettacolo andato in scena nel 1978 al Teatro di Genova che, due anni fa, ha deciso di riproporlo al Teatro Carlo Felice affidandolo al nostro team artistico. Noi abbiamo ripreso il progetto nel pieno rispetto di Luzzati seppure con l’introduzione di qualche nostro elemento che magari lui non avrebbe forse apprezzato ma noi non siamo dei registi da coffee-table che vanno sempre bene in tutti i luoghi del mondo ma siamo dei registi che hanno sempre un pensiero certamente legato alla musica e al libretto ma anche al posto dove siamo. Quindi è indiscutibile che Trieste ci abbia portato a delle risoluzioni che sono diverse rispetto alla regia di Genova, e contano anche le persone con cui si ha a che fare».
La novità del coro con piccoli robotini
Una delle novità rispetto a Genova riguarda il coro, che avrà una particolare identificazione ovvero saranno tutti dei piccoli robotini in omaggio alla passione di Rossini per gli automi e anche per la musica che richiama molto questo meccanicismo della costruzione e del linguaggio musicale. «Poi riguardo ai personaggi – ha continuato Maranghi – abbiamo messo in evidenza la grande umanità di Angelina ma abbiamo insistito molto anche su Alidoro che, in fondo, è il deus ex machina di tutta la vicenda. E poi, considerando le modifiche apportate da Rossini ai personaggi della fiaba originaria, cioè la matrigna che diventa patrigno, la fata che diventa una sorta di mago o precettore illuminato che dir si voglia e l’inserimento della figura di Dandini, queste ci inducono velatamente a pensare che, come già accaduto nel “Viaggio a Reims”, Rossini abbia voluto far fare una figura pessima agli aristocratici, surclassati dall’intelligenza di Alidoro e dalle doti naturali di Cenerentola, quasi a voler dare un ceffone all’ancien régime che, dopo la caduta di Napoleone, si era rimesso sul trono con tanto di parrucca».
Attenzione per la parte vocale
Grande l’attenzione dei registi anche per la parte vocale «che in questa opera è davvero notevole, sia per Angelina che per gli altri personaggi. Se è vero che l’opera lirica è scenica, per cui l’allestimento è fondamentale – ha sottolineato Gavazzeni- alle volte bisogna aiutare a sentire le note in quanto queste diventano drammaturgia vera come nel caso dei concertati, quindi c’è la necessità di aiutare cantanti e pubblico a percepire quell’incredibile architettura ritmico-musicale scritta dal compositore. Per questo, sul finale del sestetto, abbiamo volto portare i cantanti alla ribalta come se finissero in buca d’orchestra, perché le note e le parole che cantano non sono altro che le stesse note che suonano gli strumenti. Perché ciò che conta è trasmettere emozione, diffondere la magia racchiusa nell’opera, anche mantenerne intatto il suo spirito naif. L’intervento del regista deve servire non tanto per imporre una propria visione e cercare significati reconditi ma piuttosto far capire cosa hanno scritto Rossini e Ferretti».
I dettagli scenografici
Infine, anticipando qualche dettaglio scenografico, Maranghi ha precisato che ci saranno delle comparse particolari, verranno utilizzate delle proiezioni video simili a pitture scenografiche, allo scopo di dare un colore soprattutto nei momenti statici e di sogno e ci sarà un fondale nuovo tutto magnificamente dipinto a mano, riservando poi un apprezzamento particolare al Coro “che canta sempre in voce durante le prove di regia, fatto non scontato, anzi piuttosto raro ma che è fondamentale per capire veramente l’energia che scaturisce dalla sua presenza, oltre a evidenziare un ottimo spirito di dedizione al lavoro».
Un gustoso intermezzo
Accanto alle spiegazioni il pubblico, come di consueto, ha potuto assaporare anche un gustoso intermezzo musicale affidato alle voci di Juan de Dios Mateos, Vincenzo Nizzardo e Pierpaolo Martella nonchè al prezioso apporto pianistico di Adele D’Aronzo. Recite previste venerdì 26 aprile e 3 maggio ore 20, sabato 27 aprile ore 19, sabato 4 maggio ore 16, domenica 28 aprile e 5 maggio ore 16. —