Pietrobon nella lista del Giro d’Italia. Dal 2018 non c’era un bellunese al via
foto da Quotidiani locali
Lo scorso anno vide la corsa rosa passare – letteralmente – sotto le finestre di casa. Era il 25 maggio e il Giro d’Italia passava per Tai di Cadore nella Oderzo – Val di Zoldo.
Lui, frenato da una condizione approssimativa dopo aver passato l’autunno a recuperare dall’infortunio occorsogli in ottobre al Giro del Veneto, dovette accontentarsi di guardare i colleghi transitare per il Cadore. Quest’anno, sempre il 25 maggio, potrebbe invece pedalare – per qualche chilometro, sulle strade di casa nella Alpago – Bassano, penultima tappa del Giro d’Italia numero 107.
Lui è Andrea Pietrobon, classe 1999, passista scalatore (ma lui ama definirsi scalatore passista) al secondo anno da professionista. Il suo nome è infatti nell’elenco degli iscritti pubblicato ieri da Rcs, la società che organizza il Giro. Certo, l’elenco da qui al 4 maggio potrebbe subire delle variazioni e saranno le diverse squadre a ufficializzare nei giorni di vigilia la formazione definitiva ma le probabilità che “Pietra” sia al via sono buone.
Il diretto interessato, in questi giorni impegnato al Giro di Turchia (la breve corsa a tappe si concluderà domenica a Istanbul), preferisce mantenere il silenzio, anche per un po’ di scaramanzia.
Comprensibile, del resto. Anche perché finora la sfortuna (con la quale ha un ampio credito) lo ha frenato parecchio: l’ultima volta proprio questa primavera, nella Classicissima di Primavera, la Milano – Sanremo che lo ha visto protagonista di una lunghissima fuga di oltre duecento chilometri e poi vittima di una caduta (non imputabile a lui) a una quindicina di chilometri dal traguardo.
Quella caduta lungo la discesa della Cipressa poteva avere conseguenze molto più pesanti: Andrea se l’è cavata con una decina di punti sotto il ginocchio e altri dieci sulla mano sinistra. Non poco. Ma poteva anche andare peggio.
Dalla Sanremo Andrea è venuto via con tanta delusione, sicuramente, ma anche con la consapevolezza di avere una buona gamba. Una bella condizione che pare non aver perduto nonostante un rallentamento degli allenamenti. Ora, il Giro di Turchia gli serve – oltre che per aiutare i compagni – anche per recuperare brillantezza agonistica in vista del (probabile – possibile) Giro.
UNA POLTI ALL’ARREMBAGGIO
Con Pietrobon, la selezione del Team Polti Kometa per il Giro è composta anche da Matteo Fabbro, Davide e Mattia Bais, Giovanni Lonardi, Mirko Maestri, Davide Piganzoli e dal colombiano Jhonatan Restrepo Valencia e dallo spagnolo Jesus Hernandez. Una squadra votata all’attacco, con la possibilità di giocarsi qualcosa in salita con Fabbro, Piganzoli e Davide Bais, qualcosa allo sprint con Lonardi. Ma spazio potrebbe esserci anche per “Pietra”: gambe, intelligenza e coraggio non gli mancano.
IN BOCCA AL LUPO DA TURRIN
L’ultimo bellunese ad aver partecipato al Giro d’Italia è stato il feltrino Alex Turrin. Il ragazzo cresciuto nell’Uc Foen (società della quale ora è presidente) è stato protagonista della corsa rosa nel 2018, chiudendo al nono posto nella Abbiategrasso – Prato Nevoso. Si è ritirato dall’agonismo l’anno successivo e ora lavora in un’azienda, la Castelli di Manifattura Valcismon, legata a filo doppio con le due ruote.
«Una bellissima notizia quella di Andrea Pietrobon al Giro d’Italia: finalmente un altro bellunese alla corsa rosa», commenta Turrin. «Mi auguro che venga confermata: il Giro d’Italia è il coronamento di un percorso lungo e impegnativo, iniziato nella categoria minori. Ad Andrea, ragazzo validissimo, dico di cercare di mettersi in mostra il più possibile: so che non è facile, che il Giro è complicato, che la prima settimana sarà ostica perché caratterizzata da tensione e andature altissime ma so anche che Pietrobon è un ragazzo valido. Spero che riesca a togliersi le soddisfazioni che merita».
LA SPINTA DI MALACARNE
A tifare per Andrea Pietrobon c’è anche Davide Malacarne. Il talento di Lamon, professionista dal 2009 al 2016, ha portato a termine otto Grandi Giri, quattro Giri d’Italia, due Tour de France e due Vuelta a España. Nel 2014 “rischiò” di vincere una tappa al Giro, la Lugo di Romagna – Sestola, frazione che perse in volata.
«Il Giro è un’esperienza ad altissima intensità», dice il “Mala”. «Ad Andrea dico solamente di godersela appieno, giorno per giorno».