Percepisce il reddito di cittadinanza senza averne diritto: truffa per 21 mila euro, condannata
Aveva il sussidio ma faceva affari in nero. Una 36enne condannata a un anno 8 mesi di reclusione
LIGNANO. Aveva percepito il reddito di cittadinanza per tre anni, per un importo di oltre 21 mila euro. Peccato che, nel frattempo, avesse iniziato un’attività imprenditoriale che, secondo le stime della Guardia di finanza, aveva generato un volume di affari di circa 160 mila euro, tra l’altro sconosciuti al Fisco.
A finire nei guai, con l’accusa di aver violato la normativa relativa alla richiesta del Rdc e quella di truffa all’Inps, è stata Manuela Bason, 36enne residente a Lignano, che è stata condannata a 20 mesi di reclusione (pena sospesa) dal gup del tribunale di Udine Roberta Paviotti, che ha disposto la confisca al Fondo unico di giustizia della somma indebitamente percepita e già sottoposta a sequestro giudiziale.
Il pm Giorgio Milillo aveva chiesto per l’imputata la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Sara Frattolin, aveva invece ritenuto non sussistente il reato di truffa, ma solo la violazione riferita al reddito di cittadinanza per la quale aveva chiesto l’assoluzione per la tenuità del fatto o, in subordine, il minimo della pena.
La prima richiesta del contributo concesso dallo Stato risale al marzo 2020. A quella ne erano seguite altre fino al dicembre 2022 per un importo complessivo di circa 21.600 euro. Ma stando alle ipotesi accusatorie, la donna aveva incominciato a confezionare bomboniere, importandole dalla Turchia, assieme ad altri familiari e rivendendo la merce online.
Un’attività imprenditoriale che secondo la Gdf le aveva fruttato oltre 160 mila euro e che lei non aveva dichiarato all’Agenzia delle entrate e nemmeno all’Inps, continuando così a percepire indebitamente il contributo statale.
Secondo l’avvocato Frattolin, l’attività della 36enne era partita tempo dopo la richiesta del Rdc e, inoltre, la Guardia di finanza avrebbe ipotizzato un giro di affari che non coincide con il reddito della sua assistita, dovendo essere sottratte le spese per l’acquisto del materiale vario.