Ex fiera di Trieste, sono ancora 110 i temi da integrare o senza risposte: mille giorni di ritardo
Riguardano nodi importanti come gli scomputi, le reti idriche ed elettriche, i volumi di traffico, i parcheggi. Dalla Betta: «Basta un mese e mezzo di lavoro»
E’ una delle statistiche più originali nella vicenda della civica amministrazione contemporanea: Eddi Dalla Betta, dirigente della Pianificazione comunale, ha mandato alla Mid di Walter Mosser, ai progettisti Francesco Morena e Alberto Novarin il documento riassuntivo su tutto quello che ancora c’è da fare per chiudere la parte cartacea della riqualificazione ex Fiera. Una raccolta, alla luce della conferenza dei servizi “istruttoria” del 15 aprile scorso, di quanto è stato richiesto da Comune, Regione, AcegasApsAmga e dagli altri soggetti coinvolti nella riscrizione dell’area. Focus sugli interventi infrastrutturali (strade, reti, ecc.) che domandano investimenti per 7-8 milioni di euro.
Il dossier Dalla Betta
Dal “dossier Dalla Betta” articolato su 224 paragrafi, emerge che l’impresa carinziana, nel vasto quadro delle modifiche sollecitate, ha recepito 114 punti, in 66 casi lo ha fatto in modo parziale, 44 rilievi invece non sono stati ottemperati. Il dirigente municipale, che non nasconde la pazienza degli uffici nell’accompagnare una progettualità molto lunga e sofferta, interpreta poi la portata di queste cifre. Ovvero non tutti i 44 rilievi ignorati sono di centrale importanza, mentre all’interno dei 66 “parziali” ci sono temi rilevanti che vogliono integrazioni vere e proprie, non solo aggiustamenti prescrittivi.
Parzialità da emendare
Vediamo alcune delle “parzialità” da emendare e/o completare secondo il racconto di Dalla Betta. Necessita la scindibilità degli interventi privati tra quelli a scomputo, con relativi importi, e quelli non a scomputo, onde evitare contraddittorietà di carattere operativo-contabile. Altro tema delicato è quello delle reti di scarico idrico-fognario ed elettrico, sulle quali persiste un problema di coordinamento degli elaborati grafici. Di notevole importanza il capitolo del traffico, sul quale difetta l’aggiornamento sulle destinazione d’uso delle varie attività: cioè, quale è il rapporto tra superfici commerciali e movimento di mezzi.
Il centro di quartiere
Tra i punti non riscontrati, Dalla Betta elenca la mancata progettazione del cosiddetto “centro di quartiere”, ovvero di quegli specifici spazi di riqualificazione inseriti nel contesto generale (per esempio il distributore di benzina). Non c’è il disegno degli accessi in via Revoltella al parcheggio di copertura. Il “by sharing” va spostato in via della Tesa: ma bisogna scriverlo. Da progettare anche il collegamento pedonale per disabili da via Rossetti al parcheggio.
Un mese e mezzo di lavoro
Dalla Betta è convinto che con un mese e mezzo di lavoro sono risolvibili tutte le prescrizioni e le mancate risposte. Le questioni aperte andranno definite se si vuole finalmente stringere alla conferenza dei servizi “decisoria”, in esito alla quale la pratica passerà al Consiglio comunale: solo dopo l’Aula si darà inizio all’operazione sul terreno, iniziando dalla demolizione di 130.000 metri cubi di edifici. L’assessore Michele Babuder, da tempo insofferente sulle lungaggini del fascicolo ex Fiera, ha minacciato di trasformarla in “zona verde”.
Ricordiamo che Mosser comprò il compendio fieristico nella primavera 2017 e ne presentò i proponimenti progettuali nel novembre dello stesso anno, con la finalità di inaugurare il nuovo complesso commerciale-direzionale nel 2021: il ritardo supera i mille giorni.