Nessuno come Pogacar, è un dominio incontrastato
foto da Quotidiani locali
NAPOLI. Il Giro è lungo, la strada verso Roma è tanta, le insidie sempre dietro l’angolo, ma, parliamoci chiaro, sin dalla partenza della corsa rosa da Torino 9 giorni fa, tutti hanno corso per il secondo posto tranne uno: Tadej Pogacar.
Tre tappe vinte, attacchi a raffica, un’impressionante superiorità che si traduce in una classifica clamorosa: lo sloveno, che ieri si è rilassato a Napoli anche con la pizza, come aveva promesso alla vigilia, ha 2’40” di vantaggio su Dani Martinez (Bora). Un abisso. Geraint Thomas (Ineos) è a quasi tre minuti, gli altri dietro. Il tutto “solo” dopo una crono e due arrivi in salita, il secondo, quello di Prati di Tivo, non particolarmente impegnativo.
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Per trovare un distacco simile bisogna tornare indietro al Giro di Rominger nel 1995, 29 anni fa. Mentre, nell’ultimo decennio, non esistono casi minimamente paragonabili a quello del capitano della Uae. Di più, nelle dieci edizioni prese in considerazione, solo Egan Bernal e Alberto Contador, di quelli che erano in maglia rosa al primo giorno di riposo, hanno poi vinto il Giro. In testa, ma con distacchi risicati, si pensi ai 3” di gruzzoletto del campione spagnolo o ai 15” del colombiano. Per il resto solo Valerio Conti al Giro del 2019 aveva 1’50” di vantaggio per essersi infilato, lui che è un gregario, in una figa da lontano. Un anno fa Remco Evenepoel lasciò il Giro causa Covid quando aveva 45” di vantaggio, nel 2018 Simon Yates aveva 32” di margine come Joao Almeida 30” nell’anno del Covid.
E martedì, vista l’aria che ha tirato finora, quei 2’40” di vantaggio su Martinez, il re del ciclismo mondiale potrebbe anche incrementarli. Si arriva a Bocca della Selva dopo una salita di quasi 18 km dalle pendenze non certo ipegnative, roba da 25 all’ora e più di media. Vedremo se lo sloveno sarà tiranno o magnanimo pensado già al Tour.