Pavia, sale il divario tra decessi e nascite. La popolazione cresce grazie agli stranieri
Censimento 2022. La provincia fa anche registrare il più alto tasso di vecchiaia in Lombardia, quello degli immigrati è dieci volte più basso
PAVIA. Con un tasso di mortalità che nel 2022 è salito ancora, al 14,3 per mille, la provincia di Pavia presenta non solo l’indice più negativo di tutta la Lombardia, ma anche il più ampio divario tra numero di decessi e di nascite, visto che il tasso di natalità è meno della metà, ovvero il 6,3 per mille. Due dati - quelli del censimento Istat 2022 della popolazione - che consolidano il primato di Pavia come territorio dove si muore di più, e di conseguenza con il più alto indice di vecchiaia della regione (ben superiore anche alla media nazionale).
L’apporto degli stranieri
Ma ce n’è un altro che emerge con forza, e che contrasta il saldo demografico naturale nettamente negativo (-4.277 in un anno): è il saldo migratorio dall’estero (3.347 in più rispetto al 2021) che assieme a quello interno, cioè residenti provenienti da altre province italiane (+2.443, in percentuale il più alto in Lombardia), consente anche alla provincia di Pavia di registrare un aumento della popolazione, di quasi duemila persone: da 534.506 del 2021 a 536.406 del 2022. Un +0,4 che paradossalmente è un incremento percentuale leggermente superiore a quello della Lombardia (+0,3%) e addirittura di segno opposto rispetto al trend nazionale (-0,1%).
Il consistente arrivo di stranieri che hanno superato quota 63mila in provincia (i 3.347 in più in un anno rappresentano il secondo dato più elevato in Lombardia rispetto alla popolazione) ha anche l’effetto di abbassare leggermente l’indice di vecchiaia, che è il rapporto tra over 65 anni e under 14. Indice che come detto resta il più alto in tutta la regione (ci sono quasi 212 anziani ultrasessantacinquenni ogni cento giovani: il valore è di 182 in Lombardia e 193 in Italia), ma se si mettono a confronto i tassi degli italiani e degli stranieri residenti in provincia il divario è abissale: nel primo caso è di 257,6, nel secondo il valore crolla a 24,3 (cioè appena 24 anziani ogni 100 under 14, un indice più basso di quello lombardo e italiano).
L’effetto della presenza di stranieri, tra i quali l’età media è nettamente più bassa (e con un saldo naturale positivo di 645 unità), si ripercuote positivamente anche sul sistema economico. L’indice di dipendenza strutturale misura il rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni) e anche in questo caso il valore degli stranieri è decisamente migliore: 31,5 persone ogni 100 non in età da lavoro, contro 62,7 degli italiani. A questo si aggiunge l'indice di struttura della popolazione attiva, che è il rapporto tra la popolazione dai 40 ai 64 anni e quella in età 15-39 anni. Anche in questo caso il valore di Pavia è quello più alto in regione e più alta delle medie lombarda e nazionale: ci sono 154 lavoratori attivi nella fascia dei più anziani ogni 100 dai 39 in giù.
La denatalità
Tornando al dato sulla natalità, Pavia assieme a Lecco nel 2022 ha fatto sì segnare un lieve incremento, in controtendenza rispetto a tutte le altre province e al dato generale italiano, ma il 6,3 per mille resta il dato più basso.
Ad ogni modo in tutta la regione - rileva l’Istat - «il saldo naturale conferma la dinamica sfavorevole in corso, caratterizzata da un eccesso dei decessi (112.049) sulle nascite (67.482). In Lombardia, come nel resto del Paese, si registra il nuovo record minimo delle nascite, con una riduzione di oltre un quinto rispetto agli 85mila nati di inizio millennio. Prosegue il trend negativo del tasso di natalità: passando dal 6,9 per mille del 2021 al 6,8 del 2022, si mantiene comunque poco più elevato della media nazionale (6,7 per mille abitanti)».