Maltempo, salve le imprese. Confartigianato: «Non abbassiamo la guardia»
foto da Quotidiani locali
L’ondata di maltempo di questi giorni non ha colpito fortunatamente le aziende artigiane venete. Confartigianato Imprese Veneto si è subito attivata per capire se ci fossero stati allagamenti, danni o situazioni di pericolo per quegli artigiani che quotidianamente si spostano sulle strade, ma fortunatamente non ci sono state conseguenze.
L’emergenza climatica
«Ci siamo attivati per monitorare subito la situazione sul territorio e fortunatamente il sistema ha retto anche grazie ai bacini di laminazione – afferma il presidente Roberto Boschetto –. Abbiamo registrato solo pochi casi di aziende che hanno dovuto chiudere l’attività mezza giornata per mancanza di energia elettrica causata da temporanei black out. Purtroppo temo che dovremo abituarci a queste situazioni di emergenza climatica e attrezzarci con azioni mirate atte ad evitare danni irreversibili».
Anche le aziende che gravitano nelle zone più colpite come la provincia di Padova e Castelfranco Veneto a Treviso non hanno dato segnali di preoccupazione ma per Confartigianato Imprese Veneto, nonostante l’allarme rosso sia cessato, non è il momento di abbassare la guardia. «Purtroppo il clima sta cambiando, lo sappiamo, e saranno sempre più frequenti precipitazioni di portata eccezionale, alluvioni e altri eventi calamitosi causati dal surriscaldamento globale – spiega Boschetto -. Per questo è necessario effettuare al più presto un monitoraggio delle aree più a rischio dal punto di vista idraulico e idrogeologico ed agire di conseguenza con azioni strutturali e immediate da parte degli enti competenti, con un coordinamento regionale».
Il consumo di suolo
L’altro problema legato al cambiamento climatico è quello relativo al consumo di suolo, che influenza l’effetto serra e sul quale l’associazione ha già commissionato una ricerca affidata a Smart Land, dalla quale è emerso che la media veneta è quasi al 12% (11,9%) contro il 7,1% della media nazionale. «Non possiamo sottovalutare questo aspetto – mette in allerta Boschetto – perché in passato abbiamo subìto un’urbanizzazione smodata e poco governata. È il momento di fare indagini approfondite su eventuali aree ancora disponibili per costruire in Veneto e pensare di porre limiti e paletti, oltre a vigilare sulle opere di urbanizzazione e sulle autorizzazioni. La superficie media del patrimonio produttivo inutilizzato del Veneto ammonta a 1.880 mq considerando anche i grandi complessivi produttivi - prosegue Boschetto - Per questa ragione come Confartigianato insistiamo da tempo sull’importanza di recuperare il patrimonio edilizio esistente, per ridurre l’impatto dell’attività umana nel nostro territorio e allo stesso tempo preservare l’ambiente naturale fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi. Dobbiamo inoltre considerare l’impatto economico di queste scelte, oltre agli aspetti ambientali e a quelli legati alla messa in sicurezza del territorio: dalla nostra rilevazione emerge infatti che gli investimenti attivabili a seguito degli interventi di demolizione/recupero del patrimonio produttivo inutilizzato del Veneto, secondo le stime effettuate, ammonterebbero a 7,51 miliardi di euro. Lavorare quindi sulla riqualificazione è un’operazione strategica per l’intero ecosistema produttivo della nostra Regione che porterebbe benefici anche all’attività delle nostre imprese».
Boschetto dunque sostiene che non si possa più rincorrere o temere l’emergenza ma che sia non più rinviabile un percorso di programmazione per una gestione integrata e sostenibile del territorio e per azioni mirate al ripristino degli ecosistemi, coinvolgendo sia enti pubblici che privati,, in una pianificazione coordinata e concertata a livello provinciale e regionale.