Detriti, rami e tronchi nel Tagliamento: così il fiume visto dall’alto preoccupa il Friuli
foto da Quotidiani locali
«La piena si vede bene, ecco qui il fiume è uscito in più punti». L’elicottero della Protezione civile sta sorvolando il Tagliamento. Da una parte c’è Latisana, l’altra sponda è già Veneto. L’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi monitora la situazione. Il corso del fiume è ingrossato, la corrente trascina detriti, rami, tronchi. «I danni sono stati contenuti grazie a una politica di prevenzione, alle opere realizzate negli anni e alle risorse investite, nonostante l’intensità elevata delle precipitazioni che hanno superato i 150 millimetri nelle 24 ore» spiega l’assessore e lo ribadirà poi anche il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga. Il sopralluogo in volo, il giorno dopo l’ondata del maltempo, è fissato alle 9.30. Con lui c’è anche il direttore della Protezione civile Amedeo Aristei.
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C’è foschia però, le nuvole sono troppo basse e il decollo viene rinviato. Si decide di raggiungere in auto i luoghi più colpiti dalle forti piogge. Imbocca l’autostrada direzione Latisana: qui, nella frazione di Pertegada, 24 abitazioni sono finite sotto quaranta centimetri di acqua. Saliamo sull’argine, qui il sindaco Lanfranco Sette, assieme al consigliere regionale Maddalena Spagnolo e all’assessore della Protezione civile Sandro Vignotto, fa il punto della situazione. «Abbiamo posizionato dei sacchetti di sabbia nei punti più critici – dichiara –, all’intersezione tra i canali secondari e il canale che costeggia la 354 e che la scorsa notte non è riuscito a smaltire l’acqua. Per questo ci sono state delle esondazioni nei reticoli minori di fossi e canali a causa delle intense piogge, stiamo parlando di 70 millimetri in un paio di ore.
La situazione è sotto controllo anche grazie ai nuovi mezzi in dotazione alla Protezione civile che sono stati utilizzati per la prima volta, in particolare le pompe. Tutto è stato messo in sicurezza ma dovremo fare una serie di interventi affinché questi episodi non ricapitino più». Venerdì verso le 13 è arrivata l’ondata di piena «a livelli a cui siamo abituati». Come riferisce il bollettino della Protezione civile il livello del fiume all’idrometro di Latisana era sotto il livello di attenzione posto a 5.40 metri: il valore registrato alle 11.45 era di 4.71, livello in aumento.
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Alle spalle i detriti si accumulano e si depositano sui piloni del ponte ferroviario e di quello stradale. «Ogni ondata di piena fa registrare il trasporto di migliaia di tonnellate di detriti che vanno rimossi – riferisce il primo cittadino –. L’ultima rimozione è costata 110 mila euro, sono opere che bisogna fare tempestivamente, onerose e complicate da realizzare». Il sopralluogo dell’assessore Riccardi prosegue a San Vito al Tagliamento dove ad accoglierlo ci sono il sindaco Alberto Bernava e l’assessore Mauro Defend. Qui volontari e amministratori hanno lavorato fino a notte fonda per far fronte agli allagamenti in una quarantina di case e in dieci strade. Si ascoltano le richieste e si annotano i possibili interventi da mettere in campo.
Terza tappa Codroipo. Anche qui i disagi, come a Camino, non sono mancati riferiscono il primo cittadino Guido Nardini e l’assessore Daniele Cordovado soprattutto nelle frazioni con l’allagamento nelle piazze di San Pietro, Biauzzo e San Martino «oltre al problema del Corno dove sono caduti dei tronchi che creano come delle barriere e il rischio di esondazione diventa davvero molto alto».
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In via Grigoletti, alle 11.30, atterra l’elicottero. Saliamo a bordo. Il sorvolo sulle aree colpite dal maltempo comincia, lungo il corso del Tagliamento prima, dal Codroipese fino a Latisana e poi lungo l’Isonzo, da Gorizia a Salcano. Poi si ritorna alla base, nella sede della Protezione civile a Palmanova. Qui a fare il punto è l’assessore Riccardi. «La situazione è sotto controllo – dichiara –. Sicuramente ci sono stati alcuni disagi, è caduta molta acqua però, rispetto a quanto accaduto in Veneto, noi non riscontriamo questo tipo di criticità. Fortunatamente la perturbazione è passata sul mare e l’altra condizione determinante per la quale noi possiamo registrare, malgrado le precipitazioni siano state abbondanti, dei danni contenuti, è la realizzazione di importanti opere che hanno dato i loro effetti». Un lavoro, questo, «che spesso non si vede ma solo nella scorsa legislatura, sono stati realizzati i 1.200 cantieri per un complessivo di circa 500 milioni di euro dopo la tempesta Vaia – precisa l’assessore –. Si tratta di interventi che hanno richiesto un’attenta programmazione, un’individuazione delle risorse e una progettazione di opere che non sono scontate e se non fossero state realizzate, i danni oggi sarebbero altri».
A restare, come conferma Riccardi, «è la criticità sulla manutenzione dei corsi d’acqua su cui la Regione mantiene alta l’attenzione. La volontà è quella di proseguire con azioni di messa in sicurezza del territorio e di prevenzione». Impegnati senza sosta per far fronte all’emergenza del maltempo sono stati 192 volontari di Protezione civile, attivati dalla Sala operativa regionale, con 71 automezzi. «A loro va il mio più grande ringraziamento – conclude Riccardi –. Il loro costante impegno ha permesso la gestione delle problematiche causate dall’evento meteo e il monitoraggio puntuale del territorio».